Conference League, caos Var: la decisione dell’Uefa fa discutere

L’assenza del Var in Conference League continua a far discutere. E l’Uefa è finito nel mirino di tifosi e squadre.

Conference League
Il logo della Conference League (screenshot video YouTube)

Roma-Bodo/Glimt di ieri sera (giovedì 4 novembre ndr) ha ribadito la necessità di portare il Var in Conference League il prima possibile. Non è la prima volta che una partita in questa competizione viene condizionata da errori arbitrali, ma quando ci si avvicina alla qualificazione ogni svista potrebbe essere fatale.

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Ufficialmente l’Uefa ha annunciato l’assenza della tecnologia perché non tutti i campi sono attrezzati, ma c’è un precedente che condanna i vertici del calcio europeo e, soprattutto, sta facendo infuriare sui social i tifosi della Roma. Le critiche in queste ultime ore non sono mancate si esclude un passo indietro già nei prossimi giorni in vista della fase ad eliminazione diretta.

Il caso Qualificazioni Mondiali

Var
Il Var è presente alle Qualificazioni Mondiali (screenshot video YouTube)

Il precedente nominato nella parte iniziale dell’articolo è quello delle qualificazioni Mondiali in Europa. A differenza di quanto fatto in Conference League, si è deciso di utilizzare almeno per le prime partire il Var nei campi più attrezzati. Anche in questo caso non sono mancate le polemiche (vedi Ronaldo in Serbia ndr), ma sicuramente ha portato gli arbitri ad affrontare alcune sfide con maggiore tranquillità.

Un modello che poteva essere portato tranquillamente anche in Conference League visto che sono ormai diversi i campi che utilizzano la tecnologia e uno di questi è proprio l’Olimpico. Aiuto che poteva consentire al fischietto greco di dare i due calci di rigore ai giallorossi e, forse, annullare il secondo gol di Ibanez (la posizione è dubbia).

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Su questo c’è sicuramente una riflessione da fare da parte dell’Uefa. Serve un cambio di passo il prima possibile per garantire di utilizzare sempre la tecnologia. Altrimenti è alto il rischio di dover fare i conti con altri errori simili a quelli visti all’Olimpico.

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