Il regista Gabriele Muccino è tornato sui rapporti con suo fratello, l’attore Silvio Muccino: ecco che cosa ha detto.
Lui è uno dei registi più noti ed amati del panorama cinematografico nostrano, che ha diretto di film di grande successo entrati nell’immaginario collettivo. Stiamo parlando di Gabriele Muccino.
Il suo debutto, nel ’99 con il film Come te nessuno mai – dove debutterà il 16enne fratello Silvio – fu un vero successo. In seguito ha firmato altre notissime pellicole: L’ultimo bacio, La ricerca della felicità e Sette anime.
Le parole di Gabriele Muccino
Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, Gabriele Muccino è tornato sul rapporto con suo fratello Gabriele. I due, ormai, non si parlano da oltre dieci anni. Ha raccontato il regista: “Con lui ho vissuto un lutto, un lutto di una persona vivente, che non vedo dal 2007. È stata una esperienza per me aberrante da un punto di vista psicologico: mi ha scarnificato. Rimane una delle cose più incomprensibili, ingiustificabili e forse anche imperdonabili”.
E ancora: “A un certo punto quando questo lutto si è elaborato, quando ho smesso di soffrire, sono passati ormai 15 anni. Lì ti rendi conto che quella persona non la vuoi più incontrare, non hai più nulla da raccontare perché fondamentalmente non la stimi, non la ammiri e non la conosci più. Se mancano questi tre elementi, il resto cosa è? Forma?”.
Rapporto inconciliabile
Per Gabriele Muccino è stato dunque molto doloroso ma, oggi, non incontrerebbe suo fratello. Silvio Muccino, invece, non è mai tornato sulla questione e l’attore si è ritirato per un po’ di tempo dal mondo dello spettacolo. L’ultima volta, infatti, in cui è comparso sul grande schermo risale al 2017, con il film di Paolo Genovese The Place. A quanto pare, Silvio, si starebbe dedicato al suo grande amore, la scrittura, e sarebbe pronto a pubblicare il suo terzo libro.
Nel corso dell’intervista Gabriele Muccino ha anche smentito alcuni rumors di una trasposizione cinematografica della lite tra i due fratelli: “Non potrei mai fare un film così perché è troppo vicino a qualcosa di troppo doloroso. Ad ogni modo no, una situazione così irrisolta e così inspiegabile non trova una soluzione facile, nemmeno al cinema, perché il cinema è giusto quando è onesto”.