Il destino dei fratelli Diogo e André Jota è tragicamente legato ad altri calciatori, campioni. Tutti morti in incidenti stradali.
Il 3 luglio 2025 è la giornata più triste del mondo del calcio. Tifosi e società si stanno stringendo attorno alla famiglia dei calciatori Diogo e André Jota, i due fratelli vittime dello stesso destino: morti insieme in un incidente stradale.
Avevano rispettivamente 28 e 26 anni, stando alle prime ipotesi degli investigatori della Guardia Civil spagnola, André avrebbe perso il controllo dell’auto sulla quale viaggiavano per lo scoppio di un pneumatico durante un sorpasso. Il veicolo sarebbe così uscito di strada e sarebbe andato in fiamme.
LA MORTE DI DIOGO E ANDRÉ JOTA: Diogo Jota è morto in un incidente stradale, il giocatore del Liverpool aveva 28 anni, si era sposato dieci giorni fa. Con lui c’era anche il fratello André
Lo schianto fatale è avvenuto intorno a mezzanotte e mezza nella notte tra il 2 e il 3 luglio, sul chilometro 65 dell’autostrada A-52 nel comune di Cernadilla, in provincia di Zamora, nella regione settentrionale di Castiglia e Leon.
Sul posto sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco, gli agenti della Guardia Civil e i medici. Ma per i due fratelli non c’è stato nulla da fare. I decessi sono stati confermati sul posto e i corpi di Diogo e André Jota sono stati già trasferiti all’Istituto Autonomo Forense per le autopsie.
Diogo Jota era padre di tre figli, si era sposato solo il 22 giugno scorso e si trovava in Spagna in attesa delle preparazioni pre-stagionali con il Liverpool. Il destino di Diogo e André Jota è tragicamente collegato a quello di altri calciatori, campioni, pure loro vittime di incidenti stradali.
Gigi Meroni, morto investito da un’auto a Torino
Come dimenticare la storia di Gigi Meroni, morto ad ottobre del 1967 all’età di 24 anni, investito da un’automobile mentre attraversava il corso Re Umberto a Torino. Tornato a casa da una partita contro la Sampdoria, si rese conto di aver dimenticato le chiavi. Così, insieme col collega e amico Fabrizio Poletti, andò a telefonare la compagna in un bar.
Uscendo dal locale, fu investito da una Fiat 124 Sport Coupè, guidata proprio da Attilio Romero, allora tifoso del Torino, poi diventato presidente della sua squadra del cuore. Poletti venne colpito di striscio, mentre Meroni cadde a terra e fu travolto da una Lancia Appia che lo centrò in pieno e lo trascinò per 50 metri.
Gaetano Scirea: l’auto travolta dalle fiamme in Polonia
Uno dei casi più conosciuti in Italia è quello di Gaetano Scirea, difensore e campione d’Italia del mondo nel 1982. Nel 1989, mentre si recava all’aeroporto di Varsavia insieme con un interprete e un dirigente del Górnik, l’autista effettuò un sorpasso azzardato e si schiantò contro un furgone agricolo proveniente dalla parte opposta.
Il veicolo prese fuoco anche perché nel bagagliaio conteneva quattro taniche di benzina. Solo il dirigente della squadra polacca si salvò.
Altra tragedia avvenuta in circostanze simili a quella di Diogo e André Jota è quella di Niccolò Galli, avvenuta il 9 febbraio del 2001. Il giovane calciatore, figlio del portiere Giovanni Galli, stava tornando a casa da un allenamento in motorino. Perse il controllo e si schiantò contro un guard rail in manutenzione, sbattendo l’addome contro un tubo di acciaio.
Federico Pisani, morto dopo il casinò
Giovanissimo era anche Federico Pisani, morto a 22 anni in un incidente stradale con la sua BMW 320 cabrio, mentre si trovava con la fidanzata Alessandra Midali e due amici sull’autostrada Milano-Laghi. La coppia stava tornando a casa dopo aver trascorso la serata al casinò di Campione d’Italia. Pisani e Midali morirono, mentre gli amici rimasero illesi.
Quando Baggio uscì dal campo per la morte di Vittorio Mero
Uno dei casi più recenti è quello di Vittorio Mero, difensore del Brescia, morto il 23 gennaio del 2022 anche lui in un incidente in auto lungo la A4 mentre stava tornando dai genitori. L’annuncio della sua morte fu dato ai calciatori in campo pochi minuti prima dell’inizio della partita (che lui non disputò per una squalifica).
Roberto Baggio, capitano della squadra, abbandonò il campo in lacrime e i compagni lo seguirono. La partita venne dunque rimandata.