Dallo stretto di Hormuz passa un quinto del petrolio mondiale. E l’Italia pensa al carbone come riserva

Miga e stretto di Hormuz. Mentre il mondo è in attesa di conoscere le prossime mosse delle parti in campo e delle conseguenze che avrà la guerra in Medio Oriente, il presidente Usa Donald Trump ha lanciato lo slogan “Miga”.

Così, dopo il movimento Maga (Make America great again) e quello Mega, riguardante l’Europa, il tycoon ha parlato di Make Iran great again. Che nei fatti significa aprire alla possibilità di un cambio di regime a Teheran.

Il Ministro degli Esteri iraniano, sullo sfondo un missile parte dallo stretto di Hormuz
Dallo stretto di Hormuz passa un quinto del petrolio mondiale. E l’Italia pensa al carbone come riserva(ANSA FOTO) – Notizie.com

Al di là degli slogan si tratta di avviare, dopo le bombe sganciate sui siti nucleari, una guerra ibrida che coinvolga l’opinione pubblica in Iran contro il regime degli ayatollah. Il Medio Oriente ci ha più volte stupito con cambiamenti epocali repentini, ed il fattore tempo è quello che più preoccupa in questo momento Stati Uniti e Israele nella guerra contro l’Iran. Teheran, infatti, potrebbe utilizzare come rappresaglia il blocco dello stretto di Hormuz.

Un’ipotesa già ventilata. E alla sola minaccia di impedire il passaggio alle navi americane, britanniche, tedesche e francesi il petrolio è già in forte rialzo. In queste ore anche il segretario di Stato americano Marco Rubio è intervenuto, invitando la Cina a sollecitare l’Iran a non chiuderlo. Ma perché il mondo è così preoccupato dallo stretto di Hormuz? Dello stretto e della possibile crisi dell’energia che sarebbe scaturita dal conflitto ne abbiamo già parlato nei giorni scorsi.

Lo stretto di Hormuz, leva diplomatica e deterrenza

Nel dettaglio, partiamo col dire che si tratta di un passaggio marittimo strategico cruciale che collega il golfo Persico con quello dell’Oman e con l’oceano Indiano. È un collo di bottiglia largo appena 33 km nel punto più ristretto. Qui, com’è noto, si trovano molti dei maggiori produttori di petrolio come Arabia Saudita, Iran, Iraq, Kuwait, Qatar. È controllato dall’Iran a nord e dall’Oman a sud, attraverso l’exclave di Musandam negli Emirati Arabi Uniti.

Il transito internazionale delle navi è regolamentato da norme internazionali, in particolare dalla Convenzione dell’Onu sul Diritto del mare (Unclos). Ciò significa che le navi di tutti i Paesi hanno il diritto di passare attraversare Hormuz. L’Iran, però, ha spesso minacciato di chiudere lo stretto come leva diplomatica e di deterrenza.

Lo stretto di Hormuz
Lo stretto di Hormuz, leva diplomatica e deterrenza (ANSA FOTO) – Notizie.com

È ciò che sta accadendo proprio ora. Una minaccia concreta per tutto l’Occidente. Da Hormuz transita un quinto del consumo mondiale di petrolio e una parte significativa del gas naturale liquefatto (gnl).

Rischiamo un 20% di gas e un 30% di petrolio in meno. – ha dichiarato in queste ore il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica italiano Gilberto Pichetto FratinL’Italia ha le risorse per sostituire il flusso che verrebbe a mancare. Ma certamente pagheremmo l’aumento del prezzo, con l’aggiunta di una speculazione cattiva. Dal punto di vista energetico, il carbone è un po’ la riserva aurea. Non c’è convenienza ad effettuare, ma non lo puoi eliminare. Chi si fida, in quadro geopolitico come quello di oggi, a gettare via una riserva di sopravvivenza? È il nostro fondo di emergenza”.

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