Una vera e propria cellula stabilmente radicata in Italia, che attraverso delle associazioni “benefiche” sostenevano direttamente Hamas, considerata un’organizzazione terroristica, responsabile delle stragi del 7 ottobre 2023 in Israele.
Mohammad Hannoun, il presidente dell’associazione dei palestinesi in Italia, arrestato poche ore fa, è accusato di essere tra i vertici della stessa Hamas. Hannoun da un lato partecipava alle numerose manifestazioni nel nostro Paese a sostegno del popolo di Gaza assediato dalla guerra. Dall’altro partecipava all’estero a riunioni operative dell’organizzazione, e manteneva contatti con mezza Europa. 
Secondo le forze dell’ordine in pochi anni sarebbero stati raccolti qualcosa come 8 milioni di euro da inviare direttamente ai terroristi. C’è tutto questo e molto altro nell’inchiesta della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e della Procura della Repubblica di Genova denominata Domino nei confronti di nove persone.
“È stato squarciato il velo – ha detto il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista”.
Il finanziamento delle attività terroristiche risulta avvenuto per mezzo di varie associazioni
Gli indagati sono accusati di fare parte e di avere finanziato Hamas, il Movimento della resistenza islamica. Hamas è designata come organizzazione terroristica da parte dell’Unione europea sia per quanto riguarda l’ala politica sia quella militare. Hamas ha causato la morte di 1200 persone e la cattura di quasi 2200 ostaggi. Ed è accusata di essere responsabile di una serie di attentati che hanno causato negli anni la morte di 484 persone e il ferimento di altre 3305, in gran parte civili.
Il finanziamento delle attività terroristiche risulta avvenuto per mezzo di varie associazioni. Tra di esse l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp) e l’Associazione benefica La Cupola d’Oro. Tra gli arrestati ci sono quattro persone considerate membri del comparto estero di Hamas (Raed Hussny Mousa Dawoud, Raed Al Salahat, Yaser Elasaly e Albustanji Riyad Abdelrahim Jaber), a cui si aggiungono tre sostenitori e finanziatori esterni all’organizzazione (Abu Rawwa, Abu Deiah Khalil e Saleh Mohammed Ismail Abdu). 
In manette è finito anche Osama Alisawi, ex Ministro dei Trasporti del Governo di fatto a Gaza. Hannoun, invece, lo scorso anno era finito nella black list del dipartimento del Tesoro americano, perché accusato di essere tra i finanziatori di Hamas. Nell’inchiesta che ha portato alle misure cautelari di oggi, si legge nella nota firmata dai procuratori Giovanni Melillo e Nicola Piacente, ”numerose e significative appaiono le conversazioni telefoniche e i contatti tra Hannoun e quanti rivestono analoghi ruoli in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra”.
Tali comunicazioni dimostrano “l’esistenza di una estesa rete organizzata a livello internazionale di soggetti/istituzioni impegnati nella raccolta fondi. Fondi pparentemente da destinare a scopi benefici e a sostegno della popolazione e della causa palestinesi“. Documentati sarebbero, secondo gli investigatori, anche i rapporti di Mohamed Hannoun con alti esponenti di Hamas.
“Sottratti capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa”
È infatti emerso che, nel mese di dicembre del 2025, questi fosse presente ad una riunione in Turchia. Riunone alla quale ha preso parte, tra l’altro, Ali Baraka, esponente di spicco del comparto estero dell’organizzazione terroristica). Nel corso delle intercettazioni, scrivono gli investigatori, “sono emerse espressioni di apprezzamento su attentati terroristici da parte di Mohamed Hannoun“.
Le risorse venivano utilizzate anche per il sostegno ai familiari di persone coinvolti in attentati o di detenuti. “Gli indagati – hanno scritto i procuratori – si sono resi consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa. Ovvero delle attività svolte dall’organizzazione nei settori della religione, dell’istruzione, del benessere e della salute allo scopo di creare saldi legami con la popolazione palestinese. Il tutto in favore di un finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose”.





