Mentre si cercano i responsabili, la criminologa avverte: la scuola, luogo che dovrebbe essere sicuro, è diventata terreno di soprusi e violenza precoce.
Due informative di reato da cui sono scaturite altrettante inchieste da parte delle Procure della Repubblica competenti. I casi delle cosiddette liste stupri stanno scuotendo l’Italia dopo il ritrovamento nei locali del liceo Giulio Cesare di Roma e del Vallisneri di Lucca. 
“Fatti di questo tipo accadono in istituti scolastici, che sono i luoghi dove si dovrebbe lavorare sull’educazione, sulla cultura, sul rispetto e sulla considerazione dell’altro. E questo mi porta subito a una riflessione: quanto sia necessario ed imprescindibile lottare per ottenere la possibilità di fare educazione sessuo-affettiva nelle scuole”.
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Flavia Munafò, criminologa, direttrice dello sportello di ascolto e prevenzione Socio Donna di Roma, presidente di Sia (Sociologi italiani associati). A Roma nei bagni del liceo sono comparsi i nomi di otto ragazze e di un ragazzo. I sospetti di chi indaga si sarebbero concentrati su uno studente minorenne. La Questura ha già sentito la dirigente scolastica Paola Senesi, mentre un collettivo ha già indetto una prima manifestazione.
La criminologa: “Grave l’abbassamento dell’età e l’aumento della violenza”
“La scuola, che dovrebbe essere un luogo sicuro, – ha continuato Munafò – forse uno dei luoghi più sicuri della nostra vita sociale, è stata invece resa sporca, investita di una carica negativa, violenta, di sopruso, ancora una volta da parte di ragazzi che dovrebbero essere sicuramente più puri rispetto a un individuo adulto.
E invece, purtroppo, la riflessione è questa: quanto sia grave e quanto sia frequente l’abbassamento dell’età e l’aumento della violenza. Non è soltanto dire ‘sono stati scritti i nomi, non è stato compiuto un atto violento’. Non è assolutamente così. Banalizzare, ridicolizzare ciò che è accaduto al liceo Giulio Cesare significa non assumersi la responsabilità della gravità dell’accaduto”. 
Pochi giorni dopo i fatti di Roma, un’altra lista stupri è comparsa nei bagni del liceo scientifico Vallisneri di Lucca, in modo simile a quanto accaduto al liceo Giulio Cesare di Roma. Comparivano due nomi femminili, di ragazze, e un simbolo con accanto la scritta lista stupri. La preside ha fatto cancellare le scritte e ripulire il muro. Accertamenti sono in corso da parte delle autorità scolastiche.
“I ragazzi che si rendono colpevoli di questi atti ci fanno purtroppo capire quanto sia drammaticamente urgente fare educazione sessuo-affettiva nelle scuole, agganciare le famiglie e creare punti di informazione. – ha dichiarato la criminologa – Bisogna permettere agli operatori del settore di fare informazione, di fare prevenzione soprattutto.
Perché un ragazzo di 16-17 anni che riesce a pensare, a ipotizzare di scrivere una lista, un nome soltanto, di una possibile vittima di stupro su un muro di una scuola, come se l’avesse scritta su una chat online, sarebbe stato lo stesso, è qualcosa di drammatico. Forse ferisce di più perché accade in una scuola, e questo ci fa pensare che siamo arrivati a colpire nel profondo della nostra socialità e della nostra base culturale”.
“Le ragazze hanno letto il proprio nome e si sono sentite ‘sporche’ di una colpa che non hanno”
La madre di una delle due ragazze di Lucca ha fatto denuncia alla Questura. La polizia ha avviato accertamenti per risalire all’autore della scritta e del disegno. La ragazza che ha fatto denuncia ha scoperto la scritta che la riguardava ricevendo una foto. Al momento non sa spiegarsi perché sia stata presa di mira. La scuola potrebbe avviare, appena individuati i responsabili, procedimenti disciplinari nei confronti dell’autore o degli autori del vandalismo.
“La scuola è il nostro fulcro di cultura. – ha concluso Flavia Munafò – Ricordiamoci sempre che siamo un Paese che è sempre stato il fiore all’occhiello per quanto riguarda l’istruzione, e questo evidentemente non sta più accadendo. Bisogna interrogarsi sul perché non sia più così. Il fatto che si sia arrivati a questo è drammatico. Io sono vicina alle ragazze che hanno letto il proprio nome su un muro.
Lo sportello è vicino alle ragazze e alle famiglie. Sono vicina alle ragazze perché so cosa vuol dire, purtroppo, non avere la possibilità di avere fiducia all’interno delle mura scolastiche. Ne parlo per esperienza e ne parlo perché è uno dei motivi per cui ho deciso di fondare Socio Donna. Sono particolarmente sensibile a questo tipo di violenza, di sopruso, di cattiveria gratuita. Alle ragazze che hanno letto il proprio nome e che si sono sentite ‘sporche’ di una colpa che non hanno e che non dovevano neanche immaginare di avere”.





