La trasformazione è già in atto, spinta dal gap creditizio delle Pmi, dalla digitalizzazione dei consumi e da nuove regole. Cosa sta accadendo.
Il mercato dell’embedded finance continuerà a crescere in Italia, raggiungendo i 10 miliardi di euro entro la fine del 2025. È quanto si legge nel rapporto Italy embedded finance market size & forecast diffuso da ResearchAndMarkets.com. 
Per embedded finance, o finanza integrata, si intende appunto l’integrazione di servizi finanziari come pagamenti e prestiti in piattaforme e app non finanziarie come siti di e-commerce, app di delivery o software aziendali. Lo scopo è di offrire un’esperienza comoda e fluida, permettendo agli utenti di accedere ai servizi finanziari direttamente durante l’utilizzo di altri prodotti o servizi.
È il caso, ad esempio, di quando effettuiamo acquisti online e si presenta la possibilità di poter pagare in modo rateizzato. Nei settori dei prestiti, delle assicurazioni, dei pagamenti e della mobilità, l’embedded finance in Italia si sta evolvendo. L’adozione del fintech rimane moderata rispetto a Paesi come Germania o Francia. Ma l’allineamento normativo dell’Italia alle riforme della finanza digitale dell’Ue, unito alla crescita dei modelli di consumo digitale, sta guidando un’evoluzione costante.
Il fattore chiave è il persistente gap creditizio delle Pmi italiane
Nei prossimi 2-4 anni, si prevede che il panorama dell’embedded finance in Italia si intensificherà in termini di profondità verticale, soprattutto nei prestiti alle Pmi, nelle assicurazioni lifestyle e nella mobilità urbana. Continua a svilupparsi una più ampia integrazione tra gli ecosistemi bancari e retail. Le soluzioni di prestito integrate sono sempre più adottate nel segmento B2B italiano. In particolare dalle piccole e medie imprese che cercano un accesso più rapido al credito all’interno delle piattaforme che già utilizzano per gli acquisti o la fatturazione.
Anche i marketplace e le piattaforme di acquisto italiani stanno integrando soluzioni di credito nei portali dei fornitori per ridurre l’attrito sul capitale circolante. Il fattore chiave è il persistente gap creditizio che le Pmi italiane devono affrontare, spesso dovuto ai tradizionali ritardi nella sottoscrizione da parte delle banche. La digitalizzazione dei flussi di lavoro B2B attraverso piattaforme come TeamSystem e Fatture in Cloud crea un punto di ingresso naturale per i fornitori di prestiti integrati. 
L’assicurazione integrata sta guadagnando terreno nei settori della mobilità, dei viaggi e della vendita al dettaglio di elettronica in Italia. Aziende come Telepass stanno integrando offerte di micro-assicurazioni (ad esempio, protezione da incidenti o guasti) nei servizi di abbonamento e di pedaggio. Allo stesso modo, piattaforme di e-commerce come Unieuro e MediaWorld integrano prodotti di estensione di garanzia nei flussi di pagamento per l’elettronica. L’aumento del consumo on-demand in Italia, in particolare nei centri urbani, sta incrementando la domanda di opzioni di copertura assicurativa a basso costo e pacchetti integrati.
I consumatori italiani stanno inoltre mostrando una crescente propensione ad adottare modelli basati sull’utilizzo o pay-per-use. Questi ben si adattano alle assicurazioni integrate legate a prodotti o esperienze specifici. La flessibilità normativa introdotta dall’Ivass (l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni in Italia) in materia di distribuzione assicurativa digitale è un altro fattore abilitante.
Si prevede che il mercato delle assicurazioni integrate si stabilizzerà, ma si diversificherà in termini di casi d’uso. Con una maggiore chiarezza normativa da parte dell’Ivass e partnership più solide tra assicuratori e piattaforme digitali, la prossima ondata di crescita riguarderà probabilmente l’integrazione di assicurazioni lifestyle in app fintech. E poi piattaforme di biglietteria o servizi in abbonamento.





