Un commando di 8-10 uomini, auto incendiate, colpi d’arma da fuoco e un bottino che sfiora i due milioni. L’assalto sul tratto Scilla-Bagnara porta la firma della criminalità organizzata.
Ci sarebbe la regia della ‘ndrangheta dietro l’assalto al portavalori messo a segno alle prime luci del mattino di oggi, lunedì 1 dicembre 2025, sull’autostrada A2 tra Scilla e Bagnara, non lontano da Reggio Calabria. 
Al lavoro ci sono gli investigatori della squadra mobile diretta da Gianfranco Minissale. I poliziotti al momento non escludono nulla. Ma è facile supporre come un bottino del valore di quello rubato stamani, pari, secondo una prima stima, a circa due milioni di euro, non possa essere stato preso di mira senza il previo consenso delle cosche radicate sul territorio. Secondo le prime ricostruzioni, la banda criminale sarebbe composta da 8-10 persone. Per mettere a segno il colpo, avrebbero impiegato armi di vario calibro.
Diversi oggetti, inoltre, sono stati repertati e saranno analizzati dalla polizia scientifica al fine di raccogliere elementi utili alle indagini. Il denaro rubato a bordo del mezzo della Sicurtransport stava per essere smistato agli uffici postali della zona per essere destinato al pagamento di tredicesime e pensioni, anche in considerazione della data di oggi, in cui di solito vengono corrisposti i benefici.
I banditi hanno operato con “sperimentata capacità e determinazione”
Sull’Autostrada A2 permangono, intanto, rallentamenti per i lavori di rimozione dei mezzi utilizzati durante l’assalto. I veicoli sono stati spostati consentendo di riaprire al traffico sulla corsia di sorpasso. Per mettere in atto il colpo i rapinatori hanno fermato il traffico, posizionando due automobili incendiate lungo la carreggiata. Sono stati esplosi anche diversi colpi di arma da fuoco ma non risultano vittime o feriti ma sul posto sono intervenute pattuglie della polizia e dei vigili del fuoco per spegnere l’incendio.
Buona parte dei due milioni di euro trasportata dal furgone è comunque andata in fumo. L’incendio delle due autovetture con cui i banditi hanno bloccato la corsia nord ha interessato anche l’automezzo portavalori. È quindi difficile quantificare con certezza il danaro distrutto nel corso dell’incendio e la parte sottratta dai banditi che hanno operato con “sperimentata capacità e determinazione”.
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Gli inquirenti stanno già lavorando per verificare la posizione di alcuni giovani pregiudicati della zona che gravitano nell’area delle cosche della ‘ndrangheta di Sinopoli, Melicuccà, Sant’Eufemia d’Aspromonte. Non è esclusa nemmeno l’ipotesi che il gruppo possa essere composto da personaggi emergenti delle cosche di Reggio Calabria. I sindacati di categoria della sicurezza privata aderenti a Cgil, Cisl e Uil, “condannano con fermezza il grave episodio criminale avvenuto questa mattina”.
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Per i sindacati quanto avvenuto conferma che si tratta di un settore esposto, vulnerabile, spesso lasciato senza adeguati strumenti, riconoscimento e protezioni. “Un episodio di questa gravità – si legge in una nota – dimostra che la condizione di chi lavora nel settore non riguarda soltanto la contrattazione. Ma anche la responsabilità delle istituzioni e delle stazioni appaltanti, che devono essere coinvolte immediatamente. Il settore rimane strutturalmente fragile e poco tutelato“.
Irto (Pd): “Fragilità sociale ed economica”
Il senatore del Partito democratico Nicola Irto ha sottolineato che l’episodio “si inserisce in una serie di fatti che confermano la fragilità sociale ed economica in cui molte comunità calabresi vivono da anni”. Per il segretario nazionale del Savip (Sindacato autonomo vigilanza privata) Vincenzo del Vicario le guardie giurate sono lasciate allo sbaraglio sull’intero territorio italiano. Territorio diventato un far west privo di controllo.
Il territorio calabrese non è nuovo ad attacchi a furgoni portavalori o a rapine organizzate con modalità paramilitari. Nel 2019 tra Melicuccà e San Procopio, nella piana di Gioia Tauro, un mezzo fu bloccato con alberi e tronchi riversati sulla strada, auto rubate ed esplosioni di colpi di kalashnikov. Per quell’episodio sono finiti in manette diversi componenti della banda quattro anni dopo, a gennaio 2023.





