Il sospetto caso di Marburg registrato in Piemonte rimette al centro un interrogativo cruciale. Quanto è preparato il sistema italiano a intercettare e gestire malattie altamente letali?
È altissimo l’allarme in Italia per la febbre emorragica di Marburg dopo che un paziente, rientrato dall’Etiopia, ha mostrato i sintomi riconducibili alla terribile malattia. Fortunatamente i primi risultati sono stati negativi, ma per i sanitari è ancora presto per il cessato allarme. 
Verranno effettuati altri prelievi e successivi esami, anche nella giornata di domani. Gli esiti da Roma sono arrivati da poco e il paziente, 81 anni della provincia di Asti, che è tornato da un’area dell’Etiopia dove è presente la malattia, resta sotto osservazione e lontano dagli altri ricoverati, isolato nel reparto di malattie infettive del Cardinal Massaia. Era stato infatti l’anziano stesso, arrivato in pronto soccorso ieri, a informare del suo viaggio e della presenza della febbre emorragica nei luoghi visitati.
L’uomo presentava febbre e sintomi gastrointestinali. Del virus di Marburg ne avevamo parlato appena pochi giorni fa, quando l’Oms ha parlato dell’emergenza. Due grandi epidemie verificatesi contemporaneamente a Marburgo e Francoforte, in Germania, e a Belgrado, in Serbia, nel 1967, portarono al riconoscimento iniziale della malattia. Questa fu associata a studi di laboratorio condotti su cercopitechi africani importati dall’Uganda.
La direzione medica di presidio ha immediatamente attivato tutte le misure precauzionali e di isolamento
Successivamente, epidemie e casi sporadici sono stati segnalati in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sudafrica e Uganda. Nel 2008 sono stati segnalati due casi indipendenti in viaggiatori che avevano visitato una grotta abitata da colonie di pipistrelli in Uganda. Nel caso del paziente italiano, questo è rimasto stabile dal punto di vista clinico.
“Considerato l’itinerario del viaggio e i sintomi presentati, a tutela della sua incolumità e a scopo di prevenzione, – hanno fatto sapere dall’ospedale – la direzione medica di presidio ha immediatamente attivato tutte le misure precauzionali e di isolamento, evitando quindi qualsiasi contatto con altri pazienti. Il paziente è stato preso in carico dall’equipe del reparto di Malattie Infettive che lo monitora costantemente”. 
I prelievi ematologici sono già stati inviati all’ospedale Spallanzani di Roma per la verifica della diagnosi di sospetta e questi, al momento, risulterebbero negativi. Nel caso di conferma della diagnosi, invece, il paziente verrà trasferito in una struttura con le misure di sicurezza idonee. A quanto risulta, i parenti dell’anziano non sono ricoverati.
Il virus di Marburg provoca una grave febbre emorragica virale negli esseri umani. I tassi di mortalità nei focolai di febbre emorragica di Marburgo variano dal 24% all’88%. I pipistrelli della frutta Rousettus aegypti, appartenenti alla famiglia degli Pteropodidi, sono considerati ospiti naturali del virus di Marburg. Il virus viene trasmesso all’uomo dai pipistrelli della frutta e si diffonde tra gli esseri umani attraverso la trasmissione interumana. Non è disponibile alcun trattamento antivirale o vaccino specifico.
Il virus di Marburg è l’agente eziologico della febbre emorragica di Marburg (Mhf), una malattia con un tasso di mortalità fino all’88%. I virus Marburg ed Ebola appartengono alla famiglia dei Filoviridae (filovirus). Sebbene causati da virus diversi, le due malattie sono clinicamente simili. Entrambe sono rare e possono causare epidemie gravi con alti tassi di mortalità.





