Pochi giorni fa il Parlamento ha dato il via libera al nuovo decreto sulla Terra dei Fuochi, oggi i carabinieri sono già intervenuti. I cittadini continuano a monitorare tutto.
Tutt’altro che “materia prima secondaria”, i rottami ferrosi in quanto rifiuti speciali avrebbero dovuto raggiungere via nave un’acciaieria in Turchia per la fusione in altoforno. I carabinieri hanno fatto scattare per la prima volta un arresto per il nuovo delitto di spedizione illegale di rifiuti, previsto dal decreto legge approvato nei giorni scorsi dal Parlamento.
I rifiuti provenivano infatti dall’area di Caivano, Comune campano che rientra nella zona dei Terra dei Fuochi. “Una cosa impressionante”, ha commentato in esclusiva per Notizie.com, Giuseppe Barbato, fondatore del Comitato Terra dei Fuochi e dei Veleni Perdonaci, Marianna. L’operazione messa a segno dai militari del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Napoli ha portato al sequestro di 370 tonnellate di rifiuti diretti in Turchia, di quattro automezzi e all’arresto di un 32enne.
“I presunti responsabili hanno avuto un bel coraggio, – ha continuato Barbato – ma ora si stanno muovendo le autorità e chi ha permesso certe operazioni dovrà rendere conto. Ci sono aspetti specifici e singolari del nuovo provvedimento che fanno pensare, ma qualcosa finalmente si muove”. Il fondatore del Comitato della Terra dei Fuochi si riferisce al decreto per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area e per l’assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi.
Barbato in esclusiva per Notizie.com: “Segnali concreti sul territorio”
“In Italia le cose richiedono tempo, ma stavolta credo non sia solo un provvedimento di facciata. – ci ha spiegato Giuseppe Barbato – Si vedono segnali concreti sul territorio. A Cesa, per esempio, hanno creato un nucleo di vigilanza ambientale. È un segnale importante: la volontà di combattere questa piaga con continuità e determinazione”.
Il provvedimento è arrivato alla Camera dei Deputati su spinta del governo di Giorgia Meloni. A inizio 2025, l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani (Cedu) per inadempienza sull’annosa questione della Terra dei Fuochi dopo che era stato registrato un aumento dei tassi di tumore e l’inquinamento delle falde acquifere. Sono stati stanziati 15 milioni di euro per il 2025 ed il Commissariato unico per la Terra dei Fuochi avrà nuovi poteri.
Ovvero, “in caso di abbandono di rifiuti o di individuazione di un sito contaminato, i poteri necessari per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti e per addivenire alla bonifica del sito, ivi incluse le azioni di rivalsa e di recupero delle somme spese nei confronti dei responsabili”. Assicurato poi il contributo per l’autonoma sistemazione dei soggetti evacuati nelle zone colpite da gravi eventi calamitosi, anche dopo la cessazione dello stato di emergenza.
“Sul territorio, intanto, la situazione sta migliorando. – ha dichiarato il rappresentante del Comitato – Le strade sono più pulite. Non si vedono più i camion carichi di ferrame e rifiuti come qualche anno fa. Si sta generando una nuova mentalità: quella di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose. Nel nostro Comitato siamo sempre attivi. Ho un gruppo di amici che chiamo ‘Le sentinelle del territorio’: monitoriamo continuamente ciò che accade”.
“Un dato preoccupante: le patologie tumorali crescono”
Il provvedimento è stato fortemente voluto da Giorgia Meloni. Ci sono pene più severe per chi abbandona rifiuti e gestisce discariche abusive, norme stringenti contro la combustione illecita, strumenti innovativi di tracciabilità, poteri rafforzati per la magistratura e risorse dedicate alle bonifiche.
“Ma resta un dato preoccupante: le patologie aumentano, soprattutto tra le persone di 50 e 60 anni. – ha sottolineato Barbato – Le malattie tumorali crescono e questo è un segnale chiaro che il problema non è risolto. C’è ancora bisogno di bonifiche, di attenzione costante, di partecipazione da parte di tutti. Anche la raccolta differenziata, che può sembrare una piccola cosa, ha un grande valore.
Quando ero assessore alle Politiche sociali nel 2001 e parlavo di raccolta differenziata, molti mi prendevano per pazzo. Dicevano che non serviva a niente. E invece, dopo vent’anni, i risultati si vedono: oggi siamo arrivati al 60-70% di differenziazione. Significa che qualcosa è cambiato nella mentalità dei cittadini. La questione ambientale è particolarmente sentita. La gente è più attenta. Appena qualcuno nota un rogo o un comportamento sospetto, avverte subito. Si è creata una vera e propria cultura della vigilanza.
Sono una persona moderata, non do giudizi politici. Ma vedo che sul territorio qualcosa si sta muovendo. Nelle nostre zone, dove una volta c’erano cumuli di rifiuti abbandonati, oggi le strade sono più pulite. Ci sono ancora episodi sporadici, ma nulla di paragonabile al passato. Si sta generando un senso di responsabilità collettiva che fa ben sperare”.