Uno studio ha rivelato che la fauna marina cresce e prospera sulle macerie delle bombe della Seconda Guerra Mondiale.
La frase della nota canzone Via del Campo di Fabrizio De André sembra prendere forma nel profondo del mare. Sui resti delle bombe della Seconda guerra mondiale disperse sui fondali del Mar Baltico c’è più vita marina che sui sedimenti circostanti. 
La notizia arriva da un articolo pubblicato su Communication Earth & Environment, che mostra come alcuni organismi marini sono in grado di tollerare alti livelli di composti tossici se crescono su una superficie dura. E proprio i detriti delle bombe possono diventare un habitat favorevole per la fauna selvatica, come dimostra anche uno studio di Scientific Data, che ha mappato una serie di resti della Prima Guerra Mondiale nel Maryland, Usa.
Le munizioni esplosive, prima della firma della Convenzione di Londra del 1972 sulla prevenzione dell’inquinamento marino, venivano smaltite in mare. Esse contengono sostante chimiche altamente tossiche per la vita marina, ma gli involucri metallici duri sono ideali per favorire la crescita della fauna.
Lo studio è stato effettuato da Andrey Vedenin e alcuni colleghi, che nel 2024 hanno utilizzato un sommergibile telecomandato per osservare un’ex area di smaltimento di armi di testate di bombe volanti V-1, nella baia di Lubecca, nel Mar Baltico. Questa arma veniva utilizzata dalla Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale, ma oggi su di essa sono presenti circa 43mila organismi per metro quadrato rispetto ai soli 8.200 del sedimento circostante.
Gli animali vivono sulle macerie della guerra nonostante la presenza delle tossine
Il fatto sorprendente è che, contro ogni aspettativa, la vita animale cresca nonostante un tempo queste armi fossero considerate troppo tossiche. Il mare riesce a tollerare la presenza di tossine come TNT e RDX, con concentrazioni che vanno dai 30 nanogrammi ai 2,7 milligrammi per litro. E nonostante questo gli animali continuano a vivere su queste superfici. 
In poche parole gli animali si insediano sulle custodie metalliche e non sul materiale esplosivo tossico. E per questo sono poco esposti alle sostanze tossiche. Risultati simili sono stati osservati negli Stati Uniti, dove i ricercatori hanno osservato 147 relitti navali nella Mallows Bay del Maryland, più conosciuta come Flotta Fantasma.
Si tratta di navi affondate negli anni Venti, quindi risalenti al periodo successivo alla Grande Guerra. Su di esse si è creato un habitat ricco di vita marina, inclusi gli uccelli marini.
Questi studi dimostrano come la natura sia in grado di rinascere dalle macerie e dal dolore causato dall’uomo. “Dal letame nascono i fior”, cantava Faber.
 
 




