Un’azienda svizzera ha utilizzato gli strumenti dell’Intelligenza artificiale per analizzare un dipinto custodito in Inghilterra: il risultato potrebbe riscrivere la storia di una famosa opera di Caravaggio.
La notizia è stata riportata nelle scorse ore dal quotidiano inglese The Guardian. Ed è proprio dal Regno Unito che proviene la complessa storia che ruota attorno ad un dipinto, il Suonatore di liuto, una delle opere più famose di Michelangelo Merisi da Caravaggio. 
Un quadro che era di proprietà della Badminton House, una residenza reale aperta al pubblico, considerato fino a questo momento un copia oppure di un autore della cerchia del pittore italiano del XVII secolo, è stato analizzato con alcuni test alimentati dall’Intelligenza artificiale. Ciò che è emerso oggi è che quel Suonatore di liuto, con una probabilità dell’85,7% è stato dipinto proprio da Caravaggio.
In precedenza sia la prestigiosa casa d’aste Sothesby’s sia il Metropolitan Museum di New York (Met) avevano parlato del quadro come di una semplice copia. Nel 1969 proprio Sotheby’s ha battuto il Suonatore di liuto per 750 sterline. Si era ipotizzato che il dipinto potesse essere di Carlo Magnone, che nel 1600 era conosciuto come autore di una copia del Suonatore di liuto.
Un gallerista inglese potrebbe aver avuto ragione sul Suonatore di liuto
Diversi anni dopo il dipinto è poi stato acquistato per 71mila sterline dallo storico dell’arte e gallerista britannico Clovis Whitfield, specialista di antichi maestri italiani. Secondo Whitfield il quadro “corrispondeva esattamente” a una descrizione di Giovanni Baglione nella sua biografia su Caravaggio del 1642. Il gallerista inglese, almeno secondo gli strumenti dell’Ia, potrebbe aver avuto ragione.
Secondo alcune ricostruzioni, il Suonatore di liuto di Badminton potrebbe essere una delle cinque opere acquistate dal cardinale Francesco Maria del Monte. Ovvero, il più importante mecenate di Michelangelo Merisi. Attualmente il dibattito internazionale tra gli studiosi e gli esperti d’arte è in corso su due dei tre Suonatore di liuto in circolazione. Un dipinto, indiscusso, è custodito al Museo Hermitage di San Pietroburgo. 
Un’altra, in cui il Suonatore di liuto è una donna anziché un giovane uomo, fa parte della collezione Wildenstein (una dinastia di mercanti d’arte e galleristi). È stata esposta al Met tra il 1990 e il 2013. Fino a qualche anno fa la versione di Wildenstein era considerata un originale e quella di Badminton una copia. Negli scorsi anni, però, David Van Edwards, liutaio e presidente della Lute Society, ha affermato che lo strumento musicale del quadro Wildenstein presentava “molti difetti“. A differenza di quelli presenti nei dipinti di Badminton e dell’Hermitage.
A confermare tutto questo, come già accennato, uno studio condotto da Art Recognition, un’azienda svizzera specializzata nell’autenticazione di opere d’arte, in collaborazione con l’Università di Liverpool. L’Intelligenza artificiale potrebbe quindi aver ritrovato un dipinto originale di Caravaggio, di cui restano solo una manciata di opere note. Dipinti talmente rari che quando ne è stato ritrovato uno nel 2016, in una soffitta di un vecchia casa nel sud della Francia, è stato valutato 120 milioni di euro. Si trattava di Giuditta e Oloferne.
 
 




