La Global Sumud Flotilla dice no all’appello del presidente della Repubblica ad accettare la mediazione del Patriarcato di Gerusalemme.
Se è intervenuto anche il presidente della Repubblica, un motivo c’è. I rischi per l’incolumità e pure diplomatici della missione umanitaria della Flotilla per Gaza, sono tanti.
I volontari hanno respinto anche l’invito di Sergio Mattarella ad accettare la mediazione del Patriarcato Latino di Gerusalemme e sono decisi a sfondare il blocco di Israele per portare gli aiuti ai civili della Striscia. La proposta – ne abbiamo parlato qui – è quella di lasciare gli aiuti a Cipro ed invertire la rotta.
“Noi siamo pronti a valutare delle mediazioni, ma non cambiando rotta, perché significa ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale senza poter fare nulla”. Queste le parole della Global Sumud Flotilla, attraverso la portavoce per l’Italia.
“Non possiamo accettare questa proposta perché arriva per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali con il rischio di essere attaccati”. I volontari hanno anche aggiunto di apprezzare le parole del capo dello Stato sul valore della vita umana che, come si legge nella sua lettera, “sembra aver perso ogni significato a Gaza”.
Il giorno del discorso di Netanyahu all’Onu
Mattarella, in una lettera inviata alla Flotilla, ha scritto di riconoscere “il valore dell’iniziativa assunta”. Una lettera che è arrivata alle navi mentre a New York l’Assemblea generale della Nazioni Unite si prepara discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Poche ore prima, altre ventiquattro persone sono state uccise sulla Striscia di Gaza da bombe e colpi d’arma da fuoco da parte dell’Idf, l’esercito israeliano, mentre cercavano gli aiuti umanitari vicino al corridoio di Netzarim. Tra le vittime, anche due bambini.
La posizione del governo Netanyahu sulla missione umanitaria in viaggio verso la Striscia, è chiara e non è mai cambiata. Gli attacchi alla Global Sumud Flotilla non sono stati rivendicati, ma Tel Aviv non permetterà ai volontari di sfondare il blocco e il rischio è che vengano arrestati.
Intanto dopo l’arrivo della nave Fasan della Marina Militare italiana, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha autorizzato anche l’invio della nave Alpino. Il governo italiano ha fatto sapere che garantirà la sicurezza dei cittadini fino a che la Flotilla resterà in acque internazionali, ma una volta arrivati a Gaza, non potrà continuare a farlo.
Dalla Spagna è arrivata la nave di azione marittima Furor della Marina spagnola, partita dal porto di Cartagena, diretta verso il Mediterraneo orientale per proteggere i volontari in caso di eventuali altri attacchi.
Le navi italiane e spagnole non possono respingere gli attacchi contro le imbarcazioni dei civili
Della Global Sumud Flotilla fanno parte imbarcazioni di 44 Paesi, tra cui l’Italia, la Spagna, la Grecia e la Tunisia. Come nel caso del nostro Paese, anche la Furor non fornirà una scorta militare, ma solo soccorso. Di conseguenza, nessuna nave inviata dai due Paesi potrà respingere eventuali attacchi da parte delle forze di difesa israeliana contro le imbarcazioni dei civili.
L’appello ad accettare la mediazione del Patriarcato sta arrivando da molti rappresentanti del governo italiano, mentre le opposizioni sono impegnate a chiedere a Meloni di riconoscere lo Stato di Palestina. Su quest’ultimo punto, è in arrivo una mozione da parte dell’esecutivo, ma a due condizioni: due popoli e due Stati potrà essere possibile solo dopo la liberazione degli ostaggi israeliani e senza Hamas.
Intanto, l’Usb ha annunciato: “Se la Flotilla venisse attaccata in modo drammatico, proclameremo lo sciopero generale”.