Un altro suicidio in carcere, questa volta a Modena. A che punto è il piano carceri di Nordio?

Un tunisino di 25 anni si è impiccato in carcere. Sale a 62 il numero dei suicidi in cella da gennaio a settembre 2025. A che punto è il piano carceri del ministro Carlo Nordio?

Aveva venticinque anni, era recluso nel carcere Sant’Anna di Modena e proprio in cella ha deciso di togliersi la vita. È l’ennesima storia di un suicidio nei penitenziari italiani, la sessantaduesima del 2025, ed è stata resa nota dal Garante regionale dell’Emilia Romagna Roberto Cavalleri.

Detenuto in cella
Un altro suicidio in carcere, questa volta a Modena. A che punto è il piano carceri di Nordio? – notizie.com

Era stato trasferito da poco nella struttura e si è impiccato nella sera del 24 settembre 2025. “Mentre al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si esercitano nel pestare l’acqua nel mortaio, nelle carceri italiane si continua a soffrire più del necessario e a morire”.

A dirlo è Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato UILPA, ricordando che da gennaio a settembre di quest’anno i suicidi in carcere parlano di un vero e proprio bollettino da guerra: sono infatti sessantadue. E il 2025 non è ancora terminato.

A questo numero già tragico di per sé, aggiunge De Fazio, “bisogna aggiungere un internato in una Rems e tre operatori. Perché a soffrire e a morire, insieme ai ristretti, sono anche i servitori di uno Stato che, per mano del Dicastero della Giustizia, continua a mostrarsi patrigno e “caporale”.

Non solo i detenuti: la polizia penitenziaria lavora in condizioni difficili

Nelle carceri italiane il contesto è quello che denunciamo da molti mesi: i detenuti costretti a vivere in condizioni spesso tragiche e la polizia penitenziaria che opera sotto organico e con stipendi da fame. “Carichi di lavoro sovrumani e turni di servizio che si protraggono fino a 26 ore continuative, hanno ormai stremato gli agenti, i quali da gennaio ad oggi hanno anche subito 2.500 aggressioni”.

La situazione nel carcere di Modena non è diversa dagli altri italiani. De Fazio parla di 580 detenuti “ammassati in 371 posti regolamentari, mentre gli agenti in servizio sono solo 225. Ne servirebbero almeno 296″. Questi numeri si inseriscono perfettamente nel contesto nazionale di 63.136 carcerati per 46.560 posti e la polizia penitenziaria sotto organico di più di 20mila unità.

Detenuto in cella con le mani sulle sbarre
Non solo i detenuti: la polizia penitenziaria lavora in condizioni difficili – notizie.com

Per UILPA servono “immediate misure deflattive del sovraffollamento definitivo, per potenziare gli organici della polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria, ristrutturare gli edifici, implementare gli equipaggiamenti e avviare riforme complessive”. In poche parole: il sistema va completamente ripensato.

Ed è proprio quello che ha promesso di fare il ministro della Giustizia Carlo Nordio, con un piano carceri che a luglio è stato approvato in Consiglio dei ministri. Prevede nuove strutture per aumentare di diecimila posti le carceri di Bollate, Bologna, Cagliari, Milano, Opera e Rebibbia, attraverso la creazione di nuove strutture.

Che ne è stato della task force di Carlo Nordio?

Il Guardasigilli ha anche formato un comitato ad hoc composto dai rappresentanti degli istituti penitenziari e dai magistrati di sorveglianza, che dovrebbero terminare in questo mese di settembre, ed nel momento in cui si scrive mancano solo cinque giorni al primo ottobre.

Intanto l’Europa bacchetta (di nuovo) l’Italia

Intanto, mentre politica e burocrazia percorrono i loro lunghi iter, per la seconda volta l’Europa ha fatto presente all’Italia che va fatto qualcosa per risolvere la situazione. Nelle scorse settimane infatti, Nordio ha ricevuto una delegazione nominata dal Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa che si occupa di visitare le carceri dei Paesi a rischio.

I tecnici hanno confermato per la seconda volta le stesse criticità: il sovraffollamento (rispetto all’anno scorso i detenuti sono aumentati di mille unità, da 62mila e 63mila). I posti letto sono scesi da circa 47.751 a 46.701. E il numero dei suicidi è allarmante.

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