Benjamin Netanyahu è atteso all’Assemblea generale dell’Onu: ecco cosa ha intenzione di dire nel Palazzo di vetro il premier israeliano.
Al cospetto dell’Onu, dove tanti leader hanno condannato la guerra in corso a Gaza, per raccontare la sua verità. Una verità che sempre più Paesi in tutto il mondo hanno smesso di condividere perché tutti concordano che le ragioni di Israele hanno superato ogni limite con le tante morti di civili, bambini inclusi, che ogni giorno continuano ad aumentare. 
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è partito dall’aeroporto di Ben Gurion alla volta di New York, dove parlerà a una platea che ormai a maggioranza nega le ragioni della guerra sulla Striscia di Gaza. Un momento molto atteso quanto complesso, durante il quale intende raccontare la sua versione dei fatti: “Dirò la nostra verità”, ha detto Netanyahu rispondendo al Times of Israel pochi istanti prima di salire sull’aereo.
“La verità sui cittadini di Israele, la verità sui nostri soldati e la verità sul nostro Paese”, ha aggiunto, annunciando anche l’intenzione di denunciare “quei leader che, invece di attaccare gli assassini, gli stupratori e i massacratori dei bambini” del gruppo terroristico Hamas, “voglio dare loro uno Stato nel cuore della Terra di Israele. Questo non accadrà”.
No allo Stato di Palestina e il quarto bilaterale con Donald Trump
Netanyahu dunque ribadirà il suo punto di vista: lo Stato di Palestina non può esistere. Nonostante molti Paesi lo abbiano riconosciuto in quanto tale. L’ultima in ordine di tempo è stata l’Italia, quando Giorgia Meloni ha annunciato una mozione in questo senso, a condizione che al processo non partecipi Hamas e che gli ostaggi di Israele vengano consegnati.
A margine dell’Assemblea generale è atteso anche un nuovo bilaterale, il quarto della lista, con il presidente Usa Donald Trump. 
“Discuterò con lui delle grandi opportunità che le nostre vittorie hanno portato, e anche della nostra necessità di completare gli obiettivi della guerra: restituire tutti i nostri ostaggi, sconfiggere Hamas ed espandere il cerchio di pace che si è aperto in seguito alla storica vittoria nell‘operazione Rising Lion“.
Il riferimento è ovviamente, all’operazione che ha visto fianco a fianco gli Usa e Israele nella guerra dei dodici giorni, culminati nell’attacco degli Usa contro le centrali nucleari dell’Iran nei mesi scorsi, nel tentativo di sconfiggere la sua corsa al nucleare.





