La tragedia di Cinzia Pinna, uccisa dall’imprenditore del “Vermentino Disco volante” Emanuele Ragnedda: è mistero sul movente

È stato sottoposto a fermo per indiziato di delitto l’imprenditore del vino Emanuele Ragnedda, reo confesso dell’omicidio di Cinzia Pinna, scomparsa in Sardegna l’11 settembre scorso.

Aveva percepito che il cerchio si stava pian piano chiudendo. Stamattina è quindi salito su un gommone di tre metri nel porto di Cannigione per dirigersi verso Baia Sardinia. Secondo le autorità l’obiettivo era un’improbabile fuga dalle proprie responsabilità.

La vittima Cinzia Pinna e l'imprenditore fermato per omicidio Emanuele Ragnedda
La tragedia di Cinzia Pinna, uccisa dall’imprenditore del “Vermentino Disco volante” Emanuele Ragnedda: è mistero sul movente (ANSA FOTO) – Notizie.com

Le forze dell’ordine lo stavano però monitorando e la guardia costiera lo ha intercettato in mare. Ad attenderlo a terra c’erano i carabinieri. I militari del Nucleo investigativo lo hanno portato in caserma, dov’era già stato interrogato nelle scorse ore. Nel frattempo, nella sua immensa tenuta vitivinicola Conca Entosa, tra le campagne di Arzachena e di Palau, i Ris procedevano con gli accertamenti irripetibili.

Al termine di un lungo interrogatorio, l’imprenditore noto per il Vermentino Disco volante ha confessato. Emanuele Ragnedda di 41 anni ha ucciso Cinzia Pinna, 33enne di Castelsardo, di cui non si avevano più notizie dalla sera dell’11 settembre scorso. Nei confronti dell’uomo è stato emesso un fermo per omicidio da parte del pm della Procura della Repubblica di Tempo Pausania Gregorio Capasso.

Emanuele Ragnedda, la confessione e le accuse di cui deve rispondere

Per Ragnedda, rampollo di una famiglia con una lunga tradizione nel settore del vino, si sono aperte le porte del carcere. Prima, però, è tornato con i carabinieri nella tenuta. E ha indicato ai militari dove era stato seppellito il corpo di Cinzia Pinna. “Si è assunto le sue responsabilità personali. – ha confermato l’avvocato Luca Montella, difensore di Ragnedda, dopo il fermo – Ha garantito la sua piena collaborazione“.

Le accuse di cui deve rispondere il 41enne sono omicidio volontario aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento di cadavere. Stando alle ultime indiscrezioni, anche durante il tentativo di fuga Ragnedda era armato ma non avrebbe opposto alcuna resistenza. Nell’inchiesta c’è anche un altro indagato per occultamento di cadavere, un giovane milanese di 26 anni che, secondo i suoi legali aveva “un rapporto di mera conoscenza” con Ragnedda, non lo avrebbe “frequentato nei giorni della scomparsa e per quello che ci è dato sapere non conosceva la ragazza”.

Il luogo dell'omicidio di Cinzia Pinna
Emanuele Ragnedda, la confessione e le accuse di cui deve rispondere (ANSA FOTO) – Notizie.com

C’è ancora molto da chiarire nelle indagini sul delitto di Cinzia Pinna. Non solo il ruolo del 26enne di Milano, ma anche il movente. Perché Emanuele Ragnedda ha ucciso la ragazza? A lanciare l’allarme della scomparsa era stata la sorella di Cinzia. La 33enne, dopo aver trascorso la serata in un locale di Palau, si era recata con l’imprenditore nella sua tenuta, che comprende un’abitazione e un’area di circa 70 ettari coltivata a vigneto. Qui è stata assassinata e sepolta.

Le indagini sulla scomparsa di Cinzia Pinna si sarebbero concentrate sin dalle prime fasi su Ragnedda, figura di spicco nel mondo del vino in Sardegna. L’imprenditore è noto per aver fondato e fatto crescere una delle aziende più importanti dell’isola. Il suo nome è legato a un prodotto che ha suscitato grande clamore nel mercato nazionale. Ovvero il Vermentino Disco Volante Igt 2021, venduto al prezzo record di 1.500 euro a bottiglia.

Un prodotto che è stato decretato come il vino bianco italiano d’annata più costoso della storia. Bottiglie vendute nei ristoranti di lusso della Costa Smeralda e che avevano avuto un certo successo anche nell’export. L’imprenditore è figlio di Mario e nipote di Francesco Ragnedda, noti a loro volta per la produzione di vino d’eccellenza. Mario è uno dei fondatori della cantina Capichera. Emanuele ha seguito le orme fondando la sua personale azienda. Una famiglia conosciutissima in Sardegna, sinonimo di vermentino. Nella famiglia c’è anche uno zio Alberto, sindaco di Arzachena, dal 2012 al 2017.

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