Tra poche ore la Commissione Juri, ovvero il gruppo giuridico del Parlamento europeo voterà, a porte chiuse, sulla richiesta di revoca dell’immunità per Ilaria Salis.
Questa mattina si deciderà al Parlamento europeo il futuro dell’eurodeputata di Avs Ilaria Salis. L’europarlamentare italiana è accusata dall’Ungheria di aver aggredito due neonazisti ungheresi in occasione della giornata dell’onore.
Si tratta di un raduno che si tiene ogni 11 febbraio commemora il tentativo fallito da parte dei militari del Terzo Reich e dell’esercito ungherese, alleato di Adolf Hitler, di rompere l’assedio dell’Armata Rossa a Budapest nel 1945. Il voto è previsto in tarda mattinata. L’esito è incerto, in quanto Salis è accusata di presunti reati commessi prima dell’inizio del suo mandato.
L’insegnante monzese, militante dell’estrema sinistra, è stata arrestata in Ungheria. È stata in carcere per oltre un anno in condizioni degradanti. Condizioni migliorate solo quando il suo caso è finito sui media, ovvero quando sono state trasmesse le immagini che la ritraevano con le catene ai piedi e un guinzaglio al collo. Ilaria Salis è poi stata rilasciata dagli ungheresi solo quando è stata eletta eurodeputata, nelle fila di Avs.
Il relatore sarebbe poco incline a salvare Salis
Il relatore sul suo caso è il popolare spagnolo Adrian Vazquez Lazara. Secondo indiscrezioni sarebbe poco incline a salvare Salis, perché potrebbe costituire un precedente utile agli indipendentisti catalani. Le destre dovrebbero votare per la revoca dell’immunità in commissione. L’ago della bilancia è il Ppe, il cui orientamento è incerto.
Il Parlamento europeo deve comunque accertare l’assenza di fumus persecuzionis prima di revocare l’immunità di un deputato. Ovvero, non ci devono essere elementi per ritenere che l’iniziativa giudiziaria sia mossa da intenti persecutori.
Solo in questo caso il procedimento è considerato legittimo e non strumentale, e quindi può proseguire. “La valutazione di una richiesta di revoca dell’immunità deve essere fatta su criteri oggettivi e non su decisioni politiche. – ha fatto sapere Vazquez Lazara – Non è una cosa che va discussa in seno ai gruppi politici. Se così fosse si correrebbe il rischio di un ricorso”. Quello di oggi sarà comunque un voto indicativo non vincolante. La vera decisione sarà presa col voto in plenaria con la maggioranza semplice dei presenti il 7 ottobre.
“La partita è aperta. – ha commentato Ilaria Salis – Spero vivamente che il Parlamento scelga di non piegarsi all’autoritarismo e ai nuovi nazionalismi aggressivi, e che sappia stare dalla parte della democrazia e dello stato di diritto, che, pur con tutte le imperfezioni da correggere e gli odiosi doppi standard da abbattere, resta comunque preferibile all’assolutismo che l’estrema destra vorrebbe imporci. Ma, di questi tempi, purtroppo nulla può essere dato per scontato”.