Forze dell’ordine di tutto il mondo hanno lavorato per identificare minorenni vittime di abusi sessuali attraverso immagini e video circolati sul web. Ecco tutti i dettagli.
Un totale di 51 minori vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante un’operazione di intelligence internazionale. Per l’Italia hanno preso parte gli specialisti della polizia postale. Si tratta della Victim identification task force dell’Europol (Vidtf).
Forze di polizia di ogni angolo d’Europa hanno lavorato fianco a fianco per dieci giorni con l’obiettivo di analizzare le immagini di minori vittime di abusi, al fine di identificarli e tutelarli. Gli esperti hanno analizzato oltre 300 set di dati relativi alle vittime di sfruttamento sessuale minorile. Gli analisti hanno esaminato vittime di entrambi i sessi, dai bambini piccoli agli adolescenti, con diverse origini etniche e nazionalità.
“Il materiale pedopornografico può essere creato in una singola stanza – ha detto Catherine De Bolle, direttrice esecutiva dell’Europol – per poi diffondersi istantaneamente in tutto il mondo, infliggendo ai bambini traumi permanenti. Grazie ad analisi avanzate, analisi forensi digitali e una stretta cooperazione internazionale, Europol riesce a localizzare la stanza stessa in cui si è verificato l’abuso. Ma troppo spesso ci troviamo fuori da quella porta, sapendo cosa è successo dentro, ma senza la chiave per salvare il bambino”.
De Bolle (Europol): “Dobbiamo adottare misure coraggiose e innovative”
La task force è stata istituita per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, parallelamente al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici sullo sfruttamento sessuale dei minori. Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico sembra ora essere molto più frequente che in passato, probabilmente grazie all’accessibilità e all’ampia capacità di archiviazione dei telefoni cellulari.
“Dobbiamo chiederci: – ha continuato De Bolle – quanti altri bambini avremmo potuto salvaguardare se avessimo avuto gli strumenti digitali e le chiavi giuste? Ecco perché non dobbiamo limitarci ai vecchi modi di pensare. Dobbiamo adottare misure coraggiose e innovative per proteggere ogni bambino”.
Con il passare degli anni, i criminali hanno avuto accesso anche a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono persino tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare materiale pornografico generato dall’intelligenza artificiale. Nel corso dell’ultima operazione uno degli investigatori ha analizzato un video che mostrava brutali abusi sessuali ai danni di un bambino di cinque anni commessi da un uomo adulto. I dettagli del video non erano sufficienti a identificare i soggetti o il Paese in cui era stato prodotto.
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Controlli incrociati hanno condotto le autorità in Francia. La vittima è stata identificata e messa in sicurezza, e il colpevole è stato arrestato. Ulteriori indagini hanno rivelato che il sospettato aveva abusato sessualmente e torturato altre due vittime, di due anni e sei mesi, insieme ad altri quattro uomini. I cinque aggressori si erano incontrati in gruppi ospitati su piattaforme crittografate end-to-end. Si erano anche registrati mentre abusavano dei tre bambini e avevano condiviso i file online.