Così il Riesame “cancella” la maxi inchiesta sul Sistema deviato sull’urbanistica di Milano: “Svilente semplificazione argomentativa”

Svolta nell’inchiesta sul Sistema deviato dell’edilizia e dell’urbanistica di Milano: il Tribunale del Riesame ha depositato motivazioni durissime.

Una “svilente semplificazione argomentativa”, il patto corruttivo che “non è stato dimostrato”, regole comunali lacunose e ambigue. È ciò che ha rilevato il Tribunale del Riesame di Milano nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema deviato dell’edilizia e dell’urbanistica del capoluogo lombardo.

Alessandro Scandurra, tra i protagonisti della maxi inchiesta di Milano
Così il Riesame “cancella” la maxi inchiesta sul Sistema deviato sull’urbanistica di Milano: “Svilente semplificazione argomentativa” (ANSA FOTO) – Notizie.com

I giudici hanno depositato ieri le durissime motivazioni che avevano portato il 12 agosto scorso all’annullamento dell’arresto di Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione Paesaggio finito ai domiciliari, e di quello di altre cinque persone. La Procura della Repubblica di Milano è pronta a fare ricorso in Cassazione, ma ciò che hanno messo nero su bianco i magistrati del Riesame rischia di compromettere il prosieguo dell’inchiesta che nelle scorse settimane ha prodotto un vero e proprio terremoto in Comune.

La maxi inchiesta sulla gestione urbanistica ha coinvolto oltre 70 indagati, tra cui pure il sindaco Giuseppe Sala, con numerosi filoni sugli abusi edilizi su grattacieli e torri del nuovo skyline della metropoli. Il ragionamento del gip Mattia Fiorentini, che aveva sposato gran parte delle ipotesi della Procura, non ha convinto il Tribunale del Riesame. Secondo quest’ultimo “non risulta adeguatamente indagata la genesi” del presunto patto corruttivo.

Milano, inchiesta urbanistica: il caso del conflitto d’interessi

Tanto che sarebbe stato portato avanti un “ragionamento congetturale” e la corruzione sarebbe una conclusione pressoché “automatica”. Insomma Scandurra non avrebbe dovuto essere arrestato perché i suoi rapporti con gli imprenditori interessati a costruire non erano corruttivi.

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Sarebbe sufficiente, per il gip, – hanno scritto i giudici del Riesamel’esistenza di un pagamento e lo svolgimento della funzione pubblica in presunto conflitto di interessi per poter ritenere sussistente un accordo corruttivo”.

Scandurra, tra i protagonisti della maxi inchiesta di Milano
Milano, inchiesta urbanistica: il caso del conflitto d’interessi (ANSA FOTO) – Notizie.com

Da lì la “svilente semplificazione argomentativa”, anche perché “Scandurra è un professionista di alto livello, destinatario di riconoscimenti internazionali. Ha svolto i suoi incarichi per i quali ha ricevuto il giusto compenso. Non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false”. C’è poi la questione del regolamento sul “conflitto d’interessi” della Commissione per il paesaggio di Milano, connotato da “indubbi profili di lacunosità e ambiguità”.

Scandurra era membro della commissione per due mandati fra il 2018 e il 2024 mentre riceveva incarichi per diversi milioni di euro dai costruttori privati. Fino all’1 giugno 2023 il regolamento edilizio prevedeva l’astensione solo sui propri progetti o “interessi” o su quelli dei propri “parenti“. Non anche per gli interventi progettuali differenti, presentati dai propri committenti. In quella data vengono modificate le regole introducendo una disciplina anche per il “conflitto di interessi” che si manifesta in “modo indiretto“.

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