Torna prepotentemente d’attualità il tema delle liste d’attesa in Sanità. Secondo il Partito democratico sarebbero ormai milioni gli italiani che avrebbero rinunciato a curarsi.
Sarebbero oltre 5,8 milioni gli italiani che avrebbero rinunciato a curarsi. Il dato è emerso nelle scorse ore nell’ambito del forum intitolato Liste d’attesa, fondi e personale: quale cura per il servizio sanitario?, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili.
A parlare è stato Antonio Misiani del Partito democratico, vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato. Il tema della rinuncia alle cure era già emerso con drammaticità negli scorsi mesi.
In particolare la Fondazione Gimbe aveva segnalato che nel 2024 oltre 4 milioni di italiani avevano rinunciato alle cure a causa delle lunghe liste d’attesa. Queste ultime restano una delle principali criticità del Servizio sanitario nazionale (Ssn), con forti diseguaglianze territoriali.
Misiani (Pd): “Servono più risorse strutturali, personale e investimenti”
“Oltre 5,8 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi. – ha detto Misiani – È una violazione dell’articolo 32. Servono più risorse strutturali, personale e investimenti sulla medicina territoriale per riportare la sanità almeno alla media europea. Negli ultimi anni il Servizio Sanitario Nazionale ha subito un progressivo definanziamento in rapporto al Prodotto interno lordo”.
L’emergenza è scoppiata in particolare nel post-Covid, quando si sono accumulate prestazioni programmate ma non erogate a causa della pandemia. A peggiorare il quadro la carenza di personale cronica, il sottoutilizzo dei fondi e gli interventi frammentati. L’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha attivato la Piattaforma nazionale delle liste d’attesa (Pnla) per il monitoraggio della situazione. Il portale, però, soffrirebbe di ritardi e problemi tecnici.
“Il governo Meloni ha già compiuto passi significativi per la sanità. – ha replicato Andrea Mascaretti (Fratelli d’Italia), vicepresidente Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale – Al 2022 il Fsn è salito da 126 a 136,5 miliardi, con oltre 10 miliardi in più, mai stanziati prima. Dopo 11 anni senza un Piano sanitario, è in preparazione un nuovo documento strategico. Stanziati 870 milioni per ridurre le liste d’attesa e avviato un piano triennale di assunzioni per 10mila medici e 20mila infermieri”.
Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Mario Chiappuella, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Massa Carrara: “La sanità regionalizzata mostra gravi criticità: frammentazione, disparità nei servizi, difficoltà nello scambio dati e migrazione sanitaria. Crescono le rinunce alle cure per costi e liste d’attesa. Servono interventi urgenti per garantire equità e rafforzare la fiducia nel sistema”.