Scandalo del sangue infetto, stangata contro il Ministero della Salute: dovrà pagare un milione e mezzo di euro ad una famiglia

Lo scandalo del sangue infetto, delle trasfusioni e degli emoderivati continua a tenere impegnata la giustizia italiana: c’è una sentenza storica a Firenze.

Il Ministero della Salute dovrà pagare un milione e mezzo di euro come risarcimento danni in favore dei familiari di una donna di Firenze deceduta nel luglio del 2018. Il caso si inserisce nello scandalo degli emoderivati scoppiato intorno agli anni ’80, con migliaia di vittime di trasfusioni con plasma infetto ed emoderivati.

Lo scandalo trasfusioni in Italia
Scandalo del sangue infetto, stangata contro il Ministero della Salute: dovrà pagare un milione e mezzo di euro ad una famiglia- Notizie.com

Questa sentenza rappresenta un precedente fondamentale per casi simili. E riafferma l’obbligo delle istituzioni di garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini”, hanno fatto sapere gli avvocati Filippo Castaldo, Michele Francesco Sorrentino e Pierlorenzo Catalano dello Studio Associato Maior. I legali hanno seguito il caso della donna fiorentina di origini napoletane. Il giudizio di primo grado era stato negativo, ma la Corte d’Appello di Firenze ha ribaltato la decisione.

La somma di un milione e mezzo di euro comprende anche gli interessi maturati per il ritardo nel pagamento. Il risarcimento è destinato ai tre familiari superstiti, marito e figli. Il caso riguarda trasfusioni di emoderivati infetti ricevute dalla signora tra il 1978 e il 1980. Trasfusioni che le hanno causato l’infezione da epatite C (Hcv) e il successivo decesso nel luglio 2018. La Corte ha riconosciuto il nesso causale tra le trasfusioni e la morte. Prima della sentenza, ogni tentativo di ottenere giustizia da parte dei familiari era stato respinto.

Emoderivati, oltre 50 anni di battaglie legali e stragiudiziali

La sentenza di Firenze si inquadra negli oltre 50 anni di battaglie legali e stragiudiziali con esito negativo. Tra di esse due domande amministrative respinte dal Ministero e due cause civili rigettate sia in primo grado che in appello. Si tratta di una delle pagine più dolorose della storia sanitaria italiana. Tra gli anni ’70 e ’90 migliaia di persone (secondo l’associazione Politrasfusi si parla di oltre 2600 vittime) hanno effettuato trasfusioni o hanno assunto emoderivati, come le proteine per gli emofiliaci, non adeguatamente controllati.

Si è così arrivati alla diffusione di virus di epatite B, C e Hiv nonostante fossero disponibili test virali o trattamenti di inattivazione virale. Solo nel 1992 è stata approvata la Legge 210/92, che ha previsto un’indennità per i danni irreversibili. Molti Tribunali hanno poi riconosciuto la responsabilità del Ministero della Salute, ma non sempre i procedimenti penali hanno portato a condanne.

Scandalo trasfusioni in Italia
Emoderivati, oltre 50 anni di battaglie legali e stragiudiziali – Notizie.com

La Corte europea dei Diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo ha condannato l’Italia a risarcire centinaia di cittadini infettati a seguito di trasfusioni di sangue o emoderivati. Il nostro Paese, infatti, ha violato la Convenzione dei Diritti dell’uomo nel capitolo del diritto alla vita. Prima della sentenza di Firenze già a Milano nel 2016 e a Catania nel 2017 il Ministero era stato condannato per danni ematici subiti da persone presso strutture pubbliche.

Secondo molti la portata dello scandalo è stata sempre sottostimata. Il Comitato nazionale vittime sangue infetto Andrea Spinetti recentemente ha fatto sapere che potrebbero essere tra gli 80mila e i 200mila gli italiani vittime di trasfusione da sangue infetto. Il periodo è quello che va tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’90.

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