La giornalista de La Stampa Francesca del Vecchio è stata allontanata dalla Global sumud flotilla mentre erano in corso i preparativi per la partenza. La vicenda e le reazioni.
Il caso è ormai scoppiato, e rischia di pesare come un macigno sull’immagine della Global sumud flotilla. Parliamo dell’iniziativa internazionale, abbracciata anche da moltissime realtà in Italia, che ha l’obiettivo di portare aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza, sfidando il blocco navale imposto da Israele da guerra da due anni contro il gruppo terroristico di Hamas.
Tra i partecipanti alla spedizione ci sono attivisti, persone comuni provenienti dai più svariati settori, politici e giornalisti. Tra questi ultimi, fino a poche ore fa, c’era la reporter del quotidiano La Stampa Francesca del Vecchio. La giornalista, però, come lei stessa ha raccontato in un articolo pubblicato oggi e poi “deflagrato” sui social media, è stata allontanata dagli organizzatori della missione in quanto ritenuta “pericolosa”. Ma cos’è accaduto?
Del Vecchio nei giorni scorsi era arrivata a Catania, luogo di partenza della spedizione italiana e del training per i partecipanti. La giornalista ha raccontato che le era stato chiesto di consegnare il cellulare e di lasciarsi perquisire per “motivi di sicurezza”. “Quando il corso comincia, dentro ci sono altri giornalisti – ha scritto del Vecchio – con tanto di macchine fotografiche e telecamere. Al termine della sessione chiedo se ci siano contrarietà al fatto di scriverne. Mi viene detto di no, purché non entri nei dettagli. È accettabile“.
Gsf, reporter allontanata: “Sono incredula”
La giornalista però è stata rimossa dalle chat di gruppo e le è stata comunicata “la decisione di mandarmi via per aver rivelato ‘informazioni sensibili’ che avrebbero potuto minare la sicurezza della missione. Sono incredula”. Dopo aver ottenuto un confronto, la reporter è stata comunque cacciata “letteralmente fuori dal porto”, criticata e il suo giornale insultato, prima di un’esercitazione in mare. “Per me una sconfitta, non solo personale. – ha poi scritto in un post social Francesca del Vecchio – È sempre stonato quando un giornalista diventa parte della storia, utilizzando narratore di esperienze altrui”.
Bisogna ricordare che questa settimana gli equipaggi della Gsf hanno denunciato i presunti attacchi subìti da droni a due imbarcazioni. A bordo di una delle navi colpite c’era l’attivista Greta Thunberg. Diverse navi sono poi già partite o sono in partenza dall’Italia. Si uniranno alla Flotilla anche alcuni parlamentari italiani, tra cui Arturo Scotto del Partito democratico.
E proprio dalla politica si è levato un coro bipartisan che ha criticato la scelta dei vertici della Global sumud flotilla di allontanare la giornalista. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha detto che “il giornalismo schierato non è giornalismo e chi pretende che lo sia non ha idea di quale sia la funzione dell’informazione”. Secondo Walter Verini, capogruppo del Partito democratico in Commissione Antimafia, “non si può impedire all’informazione di svolgere, seriamente e correttamente, il proprio lavoro. In questo caso il danno è anche duplice. Si colpisce il diritto all’informazione e si offre il distrutto per attaccare la missione”.
La giornalista Lucia Annunziata, oggi europarlamentare eletta in quota Pd da indipendente, ha sottolineato che “non esiste nemmeno per ragioni di sicurezza quello che si può dire o che non si può. Come vediamo dai casi più estremi in ogni guerra è la sicurezza la ragione offerta per i peggiori attacchi ai giornalisti. Attendiamo una spiegazione”. La spiegazione è giunta da Maria Elena Delia, portavoce della Global sumud flotilla, l’attivista con la quale Francesca del Vecchio avrebbe avuto l’ultimo confronto prima di essere allontanata.
Delia (Gsf): “Erano raccomandazioni fatte a tutti, non solo ai giornalisti”
“Saremmo folli a non rispettare i cronisti. Ma i giornalisti che si imbarcano sono anche passeggeri quindi si trovano su una barca con un vero e proprio equipaggio. Ci siamo dati delle regole, che valgono per tutti, per proteggerci. – ha detto Delia – Nel caso di Francesca del Vecchio, purtroppo, queste regole non sono state rispettate. Come sarebbe successo a chiunque altro di noi, anche non giornalista, si è generata una perdita di fiducia”.
Per la portavoce “è una missione ad altro rischio. Avevamo chiesto nei primi giorni di non rivelare dove si trovavano le barche e dove facevamo il traning. Lei lo ha scritto e gli altri partecipanti sono rimasti disorientati. Erano raccomandazioni fatte a tutti, non solo ai giornalisti, per mantenere il perimetro della sicurezza in una missione così complicata”.