Lunedì 8 settembre è la Giornata Internazionale dell’Albafetizzazione: studiare è un diritto fondamentale, ma moltissimi minori in Italia decidono di abbandonare la scuola.
La denuncia arriva dall’ong Mani Tese, che da molti anni si occupa anche di abbandono scolastico. “Ai giovani non manca la capacità, ma spazi in cui sentirsi ascoltati, occasioni per fare forma a idee e creatività”.
Ogni anno in Italia circa 130 mila minori abbandonano la scuola precocemente. E il numero cresce se diamo un occhio alle statistiche degli altri Paesi: secondo i dati del 2023, in tutto il mondo 272 milioni di bambini e adolescenti non ricevono più alcun tipo di istruzione.
È proprio per sensibilizzare le istituzioni internazionali che nel 1967 l’Unesco ha deciso di dedicare l’8 settembre alla Giornata Internazionale per l’Alfabetizzazione. “Studiare è un diritto fondamentale, indipendentemente dalle disuguaglianze regionali, disparità socioeconomiche e questioni di genere”, si legge in una nota dell’associazione non governativa Mani Tese, impegnata in un progetto per riavvicinare i ragazzi alla scuola.
Ma “agire solo sul sintomo” non basta. Soprattutto quando il rischio di abbandono è già alto. Bisogna dunque ricercare le cause più profonde.
Abbandono scolastico: il progetto Eureka! di Mani Tese
Con l’impresa sociale Reattiva, Mani Tese dal 2021 si occupa di fornire servizi di educazione e formazione che propongono approcci educativi alternativi, che “coinvolge parallelamente tutti gli attori della comunità educante”.
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Riconoscimento di sé da parte dei giovani è il punto di partenza per arrivare a una maggiore consapevolezza del ruolo che hanno all’interno della società. “Una strategia globale, che si rifà a quella che l’Unesco definisce Educazione alla cittadinanza globale”. E che ha come obiettivo la prevenzione dell’abbandono scolastico.
Il progetto di Mani Tese si chiama Eureka! e consiste in incontri durante l’orario scolastico ed extrascolastico con studenti di ogni ordine e grado, che hanno come obiettivo quello di stimolare il loro spirito critico e aiutarli ad interiorizzare quello che imparano in classe, così da sentirsi parte di un cambiamento reale.
“Spesso ciò che manca ai giovani non sono le capacità, ma spazi in cui sentirsi ascoltati, occasioni per dare forma a idee e creatività, opportunità autentiche di partecipazione”. A dirlo è Elisa Lenhars, referente educazione alla cittadinanza globale e advocacy di Mani Tese. “Intervenire sul benessere scolastico, familiare e comunitario può diventare un modo per accompagnarli a riscoprire il ruolo nella collettività”.
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Eureka! è già in corso in nove istituti comprensivi di Milano e dintorni, promosso insieme a Spazio Pensiero e Bipart. “Non tratta l’educazione nel modo con cui convenzionalmente la immaginiamo”, ovvero le lezioni frontali tra insegnanti e studenti. Al contrario “agisce in maniera olistica sui ragazzi e le ragazze, sul sistema delle relazioni”.
Gli incontri con i ragazzi
Gli incontri con gli studenti dei volontari di Mani Tese, puntano a “stimolare la loro curiosità e attivarli in azioni concrete”. Discussioni e proposte per migliorare il clima scolastico.
Ad esempio, “abbiamo sistemato il giardino, creato una sala relax, dei laboratori artistici o aggiornato la biblioteca con alcuni testi” che interessano agli studenti, ha spiegato Elisa Lenhard. “Non ho mai incontrato ragazzi senza speranza: anche gli studenti con le maggiori difficoltà scolastiche, se ascoltati, possono davvero mettere in atto un cambiamento”.