Il Pentagono, il centro militare più importante degli Stati Uniti, sta per cambiare nome: da Dipartimento della Difesa a Dipartimento della Guerra. Ecco tutti i dettagli.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump firmerà un ordine esecutivo per cambiare il nome “ufficiale” del Pentagono da Dipartimento della Difesa a Dipartimento della Guerra.
Il capo della Casa bianca, in realtà, non può formalmente cambiare il nome senza una legge apposita, che la sua amministrazione richiederà al Congresso. Nel frattempo, il Pentagono utilizzerà “titoli secondari” per mantenere il suo nome originale. Il Department of War esisteva già negli Usa. Fu creato nel 1789 e rinominato in Difesa nel 1947.
Secondo i media americani si tratterebbe di un tentativo, da parte di Trump, di proiettare all’esterno un’immagine di forza e determinazione delle Forze armate statunitensi. Una scelta in netta controtendenza rispetto all’Europa. Nel vecchio continente il Piano per la difesa militare Rearm è stato rinominato in breve tempo Readiness (da riamare a prontezza, quindi) su proposta anche della premier italiana Giorgia Meloni.
Department of War, esulta Pete Hegseth
Il capo del Pentagono Pete Hegseth ha pubblicato un post su X in cui, rilanciando la notizia del cambio nome riportata da Fox News, ha scritto appunto: “Department of War”. Trump e Hegseth hanno a lungo sul cambio di nome, e il segretario della Difesa ha persino lanciato un sondaggio sui social media a marzo. La mossa è solo l’ultima di una lunga serie di cambiamenti che Hegseth ha apportato al Pentagono da quando ha assunto l’incarico all’inizio del 2025.
All’inizio del suo mandato, Hegseth si è impegnato per eliminare quello che considerava l’impatto della cosiddetta cultura woke sulle forze armate. Ha eliminato dal suo Dipartimento i programmi sulla diversità ed ha eliminato biblioteche e siti web da materiale ritenuto “divisivo”. Il risultato è stato la rimozione e la revisione di centinaia di libri nelle accademie militari.
Pete Hegseth ha anche spinto per rimuovere da migliaia di siti web contenuti che parlano del contributo di donne e gruppi minoritari alle Forze armate. “Penso che il presidente e il segretario siano stati molto chiari. Chiunque affermi nel Dipartimento della Difesa che la diversità è la nostra forza è in errore“, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Pentagono Sean Parnell nel marzo scorso.
Per avere un’idea ancor più precisa della strategia di Hegseth, basti pensare che nelle scorse ore un utente su X ha segnalato al segretario della Difesa l’account di Janelle Marra. Sulla bio si leggeva: “comandante della Marina e direttore medico per l’assistenza sanitaria transgender presso un centro navale in California”. Poco dopo sempre su X Hegseth ha scritto “She/Her/Fired”, polemizzando sull’utilizzo dei cosiddetti pronomi gender e annunciandone il licenziamento.