La moglie del fratello di Alessandro Impagnatiello dovrà risarcire la famiglia di Giulia Tramontano di circa 25mila euro.
Avrebbe tentato di diminuire il patrimonio di Alessandro Impagnatiello, acquistando la sua auto, e aggirare così l’obbligo di risarcire la famiglia di Giulia Tramontano. Per questo il Tribunale civile di Milano ha stabilito che la cognata dell’ex barman, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per il femminicidio della compagna incinta al settimo mese, dovrà versare circa 25mila euro ai familiari della vittima.
La decisione dei giudici nasce dal fatto che la donna, moglie del fratello di Alessandro Impagnatiello, avrebbe acquistato la sua auto, una T-Roc Wolkswagen più di due mesi dopo il femminicidio, nel tentativo di “diminuire la consistenza patrimoniale” del giovane e fare in modo di dover risarcire una somma minore o magari nulla, facendolo risultare nullatenente.
La mediazione è avvenuta tramite il fratello Omar Impagnatiello, incaricato dall’ex barman di occuparsi dei suoi beni dopo l’arresto. In questa stessa auto Impagnatiello nascose e trasportò il cadavere di Giulia Tramontano dopo averla uccisa il 27 maggio del 2023 a Senago con 37 coltellate, mentre era incinta di sette mesi del piccolo Thiago.
La T-Roc Wolkswagen sarebbe stata venduta 10mila euro al di sotto del reale valore commerciale, che per i giudici è circa 20mila euro. È dunque questa la cifra che ora dovrà essere versata alla famiglia Tramontano, più i 5mila euro di spese legali.
Il 12 novembre, dopo l’udienza del processo di secondo grado che si è concluso con una nuova condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, è stata celebrata l’udienza civile nella quale gli avvocati della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti e Rosario Santella, chiedevano la restituzione del veicolo.
Il furto denunciato dell’auto (che però non risultava all’assicurazione)
L’auto non è mai stata sequestrata dalla Procura di Milano che all’epoca dei fatti mise i sigilli soltanto al pianale del portabagagli dov’era stato occultato il cadavere di Giulia Tramontano. La famiglia del condannato però, fece sapere che la T-Roc Wolkswagen era stata rubata una decina di giorni prima, quindi non era più in suo possesso.
L’assicurazione non ha riconosciuto il risarcimento del danno perché non risultava nessun furto. Anche per questo i giudici hanno annullato l’atto di compravendita del mezzo. Per il Tribunale, i parenti di Impagnatiello erano “ben consapevoli” delle “ragioni risarcitorie” della famiglia Tramontano e che vendendo il veicolo sarebbe diminuita la “garanzia generica” a loro favore.