Pace in Ucraina, com’è andato l’incontro fra Trump, Zelensky e i leader Ue? Cosa succederà adesso fra Mosca e Kiev

Pace in Ucraina, l’incontro fra Trump, Zelensky e i leader Ue produce piccoli passi in avanti. Entro agosto un bilaterale tra Putin e il presidente ucraino.

Proseguono le trattative per la pace tra Russia e Ucraina. Dopo l’incontro in Alaska fra Putin e Trump, quello alla Casa Bianca fra quest’ultimo e Zelensky, è terminato anche il trilaterale fra il presidente statunitense, quello ucraino e i leader dell’Unione Europea.

trump, meloni, Zelensky e I leader dell'unione europea
Pace in Ucraina, come è andato l’incontro fra Trump, Zelensky e i leader Ue? Cosa succederà adesso fra Mosca e Kiev (Ansa Foto)

Location del summit sempre la Casa Bianca, dove si è discusso di garanzie di sicurezza per l’Ucraina a fronte delle richieste effettuate dal presidente della Federdazione Russa. Oltre a Trump, padrone di casa, erano presenti: la presidente del consiglio italiana, Giorgia Meloni; il presidente francese, Emmanuel Macron; il primo ministro inglese Starmer; il cancelliere tedesco Merz; il finlandese Stubb e, infine, la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e il segretario generale della Nato Mark Rutte. Subito dopo la fine dell’incontro c’è stata poi una telefonata, durata circa 40 minuti, fra Trump e il presidente russo Putin.

Trattative di pace fra Russia e Ucraina: cosa è emerso dal summit

Ma cosa è emerso dal summit tenutosi alla Casa Bianca? Partiamo da quello che potrebbe essere il risultato più importante: un incontro faccia a faccia tra Putin e Zelensky. Ad annunciarlo è Donald Trump sul suo social Truth: “Ho chiamato il presidente Putin”, ha affermato il tycoon: “e ho avviato i preparativi per un incontro, in sede da definire, tra lui e il presidente Zelensky.” Tale faccia a faccia dovrebbe tenersi entro questo mese di agosto. Dopodiché, conclude Trump, dovrebbe tenersi un trilaterale tra lui e i leader di Russia e Ucraina.

Il dato fondamentale, insomma, è che Putin avrebbe accettato di incontrare per la prima volta Zelensky dopo l’inizio della guerra. Seppur non esista ancora un comunicato ufficiale da parte del Cremlino, le parole di Trump fanno intendere come il presidente della Federazione Russa abbia, per la prima volta, intenzione di considerare Zelensky come un interlocutore legittimo per impostare le trattative di pace.

I leader Ue invitano alla cautela: “Putin inaffidabile”

D’altro canto, c’è da considerare la prospettiva dei leader dell’Unione Europea. Alle parole di Trump corrisponde, infatti, la cautela del presidente francese Macron e di quello finlandese Stubb. I quali hanno dichiarato, sostanzialmente, di non fidarsi di Putin. Macron ha proposto nuove sanzioni qualora la Russia dovesse far naufragare le trattative di pace; mentre Stubb ha chiaramente definito Vladimir Putin come “inaffidabile.”

I leader politici di Europa, Stati Uniti e Ucraina seduti a un tavolo
I leader Ue invitano alla cautela: “Putin inaffidabile” (Ansa Foto)

Il cancelliere tedesco Merz si tiene, anch’egli, su posizioni di sostanziale cautela. Affermando che “il prossimo passo sarà quello più difficile.” Riferendosi, appunto, al previsto bilaterale fra Putin e Zelensky. “Saranno dei negoziati complicati”, ha aggiunto il leader tedesco. “Non riesco a immaginare un prossimo incontro senza che ci sia prima un cessate il fuoco. Dobbiamo lavorare su questo.” Dal summit, infatti, è emerso come non vi sarà un cessate il fuoco a breve termine, nonostante le trattative di pace vadano avanti a piccoli passi.

Per l’Unione Europea, insomma, è necessario un effettivo segnale del fatto che Putin sia pronto ad accettare la pace e fermare la guerra. E il cessate il fuoco sarebbe il segnale più forte di questa volontà. Trump, dal canto suo, afferma con forza di “sapere che Putin vuole porre fine al conflitto.” Guardando alle garanzie di sicurezza (approfondiremo più avanti) come la chiave per spingere il presidente Zelensky a fare cessioni territoriali che risulterebbero politicamente e giuridicamente molto complesse.

Meloni: “Giornata importante, è iniziata una nuova fase”

Fra i leader europei, quella più ottimista è senz’altro Giorgia Meloni. La quale parla di “giornata importante”. Ossia: “Una nuova fase dopo tre anni e mezzo in cui non abbiamo visto alcun segno di volontà di dialogo da parte della Russia.” La presidente del Consiglio, inoltre, sottolinea come la proposta di dare garanzie di sicurezza all’Ucraina simili a quelle della Nato, senza però un’effettiva adesione all’Alleanza Atlantica, sia una proposta partita dall’Italia. Fra le richieste di Mosca per una pace che sia duratura, infatti, vi è come noto la non adesione dell’Ucraina alla Nato.

Trump e Meloni
Meloni: “Giornata importante, è iniziata una nuova fase” (Ansa Foto)

Altro capitolo spinoso è quello delle cessioni territoriali. Non è un mistero che la Russia consideri la penisola di Crimea e il Donbass parti integranti del proprio territorio. Annessioni non riconosciute da gran parte della comunità internazionale. Al summit tra Trump, Zelensky e i leader Ue l’argomento è stato appena sfiorato, con questi ultimi che ribadiscono, in sostanza, che non potranno essere imposte a Kiev delle cessioni territoriali. Eppure questo è uno dei punti chiave. Tanto che il segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, ha sottolineato come “non sia facile e forse nemmeno giusto, ma è ciò che serve per porre fine alla guerra.” Riferendosi, appunto, al fatto che l’Ucraina dovrà forzatamente cedere su questo punto.

Certo, si è parlato – come detto – anche di garanzie di sicurezza nei confronti dell’Ucraina. Garanzie che dovrebbero, come emerso dal summit, essere sviluppate da un gruppo di consiglieri per la sicurezza nazionale e funzionari Nato guidati dal segretario di Stato, Marco Rubio. Tali garanzie includeranno quattro aspetti: la presenza militare, la difesa aerea, le armi e il monitoraggio internazionale dell’effettiva cessazione delle ostilità. Si tratterebbe, quindi, di un supporto militare indiretto da parte degli USA alle forze di pace europee in Ucraina. Andando oltre il dispiegamento di truppe americane nella zona interessata dal conflitto.

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