La guerra dimenticata in Myanmar, dove i diritti umani vengono sistematicamente calpestati ma nessuno ne parla: il rapporto dell’Onu

Torture sistemiche, misteriose sparizioni, arresti arbitrari a opposizione e giornalisti, torture: il rapporto Onu sulla guerra civile in Myanmar, che va avanti da quattro anni nel silenzio del mondo intero.

La Striscia di Gaza e l’Ucraina non sono le uniche: in questo momento in tutto il mondo sono in corso ben 56 conflitti. Uno dei tanti dimenticati è quello in Myanmar, e proprio negli ultimi giorni gli investigatori delle Nazioni Unite hanno denunciato torture “sistemiche” nei centri di detenzione gestiti dalla giunta attualmente al potere.

Devastazione dopo il Terremoto in Myanmar
La guerra dimenticata in Myanmar, dove i diritti umani vengono sistematicamente calpestati ma nessuno ne parla: il rapporto dell’Onu (Ansa Foto) – notizie.com

Percosse, scosse elettriche e stupri di gruppo: lo Stato asiatico è letteralmente a pezzi considerando che oltre alla guerra deve affrontare le conseguenze del terremoto che lo ha distrutto a fine marzo 2025, causando la morte di decine di migliaia di persone e devastazione.

La guerra in Myanmar è cominciata il primo febbraio del 2021, quando le forze armate birmane, con un colpo di Stato, hanno deposto il governo di Aung San Suu Kyi e l’hanno arrestata. Il golpe era arrivato dopo qualche mese dalle elezioni, stravinte dalla Lega nazionale per la democrazia.

Kyi, prima di essere eletta, era stata consigliera di Stato e premio Nobel per la pace nel 1991. Una volta mandato a casa anche il Parlamento, l’esercito ha dovuto affrontare manifestazioni pacifiche che via via si sono trasformate in una resistenza armata senza precedenti, da parte di quasi duecento gruppi differenti e la People’s Defence force, braccio armato del National Unity Government del Myanmar (NUG).

L’esercito ha dato il via a una vera e propria repressione con l’arresto di quasi 30mila persone, che non è finita nemmeno durante i giorni immediatamente successivi del terremoto a marzo.

Nel 2024 la Cina, nel tentativo di mediare tra i golpisti e il NUG, è riuscita a strappare la promessa all’esercito di indire le elezioni. Ma ad oggi non sono ancora state fatte.

Schiavitù sessuale, abusi, unghie strappate con le pinze e bambini torturati e violentati

Un rapporto del Meccanismo Investigativo Indipendente per il Myanmar dell’Onu ha dichiarato di aver documentato “gravi abusi durante gli interrogatori e nei centri di detenzione”. Si fonda sui resoconti di quasi 600 testimoni oculari e oltre alle torture, denuncia anche episodi di “schiavitù sessuale“, “bruciature di parti del corpo con sigarette o oggetti bruciatie “unghie strappate con le pinze“.

Per non parlare dei bambinidi età compresa tra i due e i diciassette anni”, che si trovano in carcere spesso “per procura dei genitori” e vengono sottoposti a “tortura, maltrattamenti, violenze sessuali“.

La chitarra di un bambino tra le macerie della guerra in Myanmar
Schiavitù sessuale, abusi, unghie strappate con le pinze e bambini torturati e violentati (Ansa Foto) – notizie.com

La situazione è precipitata nel 2024 con uccisioni arbitrarie e illegali, sparizioni, punizioni crudeli. Arresti e detenzioni arbitrarie (tra cui i leader dell’opposizione Zaw Myint Maung e U Win Khine). Con repressione trasnazionale contro individui all’estero, gravi restrizioni alla libertà di espressione e alla libertà dei media, tra cui minacce e violenze.

Arresti o procedimenti giudiziari ingiustificati contro giornalisti, censura, restrizioni alla libertà religiosa. Tratta di esseri umani, divieto di sindacati indipendenti e restrizioni alla libertà di associazione dei lavoratori. Ancora, violenze e minacce contro gli attivisti sindacali e lavoro minorile.

Il direttore degli investigatori dell’Onu Nicholas Koumjian ha dichiarato che il suo team ha riscontrato “un continuo aumento della frequenza e della brutalità delle atrocità”. Ma è al lavoro per identificare i responsabili.

C’è un mandato di arresto della Cpi per il capo della giunta Min Aung Hiaing

Stiamo lavorando per il giorno in cui dovranno rispondere delle loro azioni in Tribunale”. Lo ha detto invece il procuratore capo della Corte penale internazionale, che ha già chiesto un mandato di arresto per il capo della giunta Min Aung Hiaing. È lo stesso che ha mandato a casa la presidente democraticamente eletta. Le accuse a suo carico sono legate alle atrocità commesse dall’esercito contro la minoranza Rohingya del Myanmar nel 2017.

Per la verità, tutte le parti coinvolte nella guerra civile in Myanmar sono accusate di aver commesso crimini di guerra. E il rapporto Onu dice di aver identificato circostanze in cui i gruppi di opposizione hanno commesso esecuzioni sommarie di prigionieri.

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