Caldo e aggressività: con il caldo rischiano di aumentare anche i crimini violenti? Gli studi scientifici e il commento dell’esperto Giuseppe Lodeserto.
Per la scienza è acclarato che il caldo influisce su molti aspetti della nostra salute. E potrebbe avere un ruolo anche nell’aumento dei crimini. A supporto di questa tesi, esistono diversi studi scientifici che mettono in correlazione l’aumento delle temperature con l’incremento dei comportamenti violenti e criminali.
Uno di questi è stato pubblicato nel 2024 sulla rivista accademica Environmental Health Perspectives, pubblicata con il supporto dell’Istituto Nazionale di Scienze della Salute ambientale degli Stati Uniti. Si tratta di una meta-analisi condotta da ricercatori delle Università di Yale, Harvard e Korea, che prendendo in esame 83 studi internazionali. Questa ricerca evidenzia come un aumento di 10 gradi centigradi a breve termine possa essere associato a un incremento medio del 9% del rischio di crimini violenti, come aggressioni e omicidi.
C’è poi un articolo pubblicato The Lancet nel 2021, secondo il quale “esistono sempre più prove che suggeriscono una relazione tra temperatura e violenza a livello di popolazione“. La rivista ha riconosciuto l’importanza di scendere in campo con ulteriori studi per approfondire il tema, al fine di mitigare il fenomeno. Sempre su the Lancet, in un altro articolo risalente al 2022 viene addirittura associato all’aumento delle temperature anche l’incremento dei discorso di odio sui social.
Il caldo incide sullo stress “ma non possiamo dare per certo che con 35 gradi le persone danno di matto”
“Gli studi americani si sono resi conto che con l’incremento del caldo ci potrebbe essere un aumento di circa il 20% dei reati“. A parlare con Notizie.com è Giuseppe Lodeserto, sociologo, criminologo e criminalista esperto in Digital Forensics. “A detta di coloro che li hanno elaborati, il caldo potrebbe portate innanzitutto a situazioni di stress”.
Facciamo un esempio pratico: dormire male di notte contribuisce a diventare irritabili. Di conseguenza può aumentare la possibilità, in soggetti già predisposti, di commettere eventuali crimini. Giuseppe Lodeserto è anche presidente del Forensics Group ed ha lavorato con la Polizia di Stato per oltre quarant’anni, operando prima nella sezione Polizia Giudiziaria della Procura dei Minori, poi alla Postale di Lecce.
La sua esperienza lo porta a dire che se da un lato il caldo può avere un ruolo nell’aumento dei comportamenti violenti e dei crimini, dall’altro ci ricorda che i primi fattori scatenanti riguardano sempre e comunque quelli psicologici e sociali.
Il ruolo dei fattori psicologici e sociologici
“Non possiamo affermare con certezza che se il caldo arriva a 35 gradi le persone danno di matto. Le persone con il caldo tendono a restare più tempo in casa ed escono quando fa fresco. Se aumentano i furti in appartamento, in questo caso potrebbe non essere l’aumento delle temperature la causa, ma la circostanza ad esso collegate: il reo sfrutta il fatto che le persone escono di sera per commettere il reato di furto. Ecco perché diventano molto importanti i fattori psicologici e sociologici”.
Dunque: “Il caldo rende irritabili, la sopportazione cala. Cala anche il controllo di sé, si possono avere reazioni esagerate rispetto alla violenza. Ma si deve sempre tener conto dei problemi individuali e dell’ambiente in cui l’uomo vive, che incide sempre sui comportamenti futuri. Chi ha vissuto in un contesto disagiato, ipoteticamente può essere maggiormente spinto ad avere comportamenti criminosi”.