Dopo l’allarme dei giorni scorsi il virus chikungunya sta continuando a colpire in Italia. Secondo le informazioni dell’Oms la malattia si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo.
Tre nuovi casi di malattia chikungunya sono stati diagnosticati in provincia di Modena nelle scorse ore. Si tratta di due donne di 34 e 78 anni a Carpi e di una ragazza di 19 anni a Concordia. Salgono così a sei i casi complessivi ad oggi.
Tutti i nuovi casi sono in buone condizioni di salute e non è stato necessario il loro ricovero in ospedale. Dall’indagine epidemiologica condotta fino ad oggi, ancora in corso, i nuovi casi non sono rientrati da viaggi all’estero. Continuano gli approfondimenti per verificare l’eventuale collegamento coi casi precedenti e la ricerca del paziente zero. L’allarme chikungunya è scattato circa una settimana fa, quando due donne, entrambe domiciliate in provincia di Verona, sono risultate affette dal virus.
Secondo l’Organizzazione mondiale alla sanità si sta verificando una recrudescenza globale della chikungunya. Recrudescenza iniziata con un trend crescente nelle isole dell’oceano Indiano a marzo, con importanti focolai a La Réunion, Mayotte e Mauritius. I focolai si sono ulteriormente diffusi nei paesi dell’Asia meridionale e orientale. L’ulteriore diffusione rispecchia le tendenze osservate venti anni fa, quando un’importante epidemia iniziò nell’oceano Indiano prima di diffondersi a livello globale e colpire quasi mezzo milione di persone.
Chikungunya, nei Paesi endemici già oltre 200mila casi
In Cina sono stati registrati migliaia di casi principalmente nel polo industriale di Foshan, vicino a Hong Kong. La malattia di origine virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, in particolare del genere Aedes. Le autorità sanitarie cinesi hanno implementato le misure di contenimento in risposta a questa escalation epidemiologica, utilizzando reti, spruzzando insetticidi e persino impiegando droni.
La diffusione della chikungunya continua anche nei Paesi endemici, come le Americhe, dove quest’anno sono stati segnalati già oltre 200mila casi. Il virus è trasmesso dalle zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus (o zanzare tigre), che pungono principalmente durante le ore diurne. È stata rilevata e trasmessa in 119 Paesi in tutto il mondo. Stime recenti suggeriscono che 5,6 miliardi di persone vivono in aree adatte alla diffusione di malattie trasmesse dalla zanzara Aedes, tra cui chikungunya, dengue e Zika.
Nei luoghi in cui le persone hanno un’immunità scarsa o nulla, la malattia può causare epidemie rapide e di vasta portata, infettando fino a tre quarti della popolazione e mettendo a dura prova i sistemi sanitari. L’Oms ha pubblicato una nuova serie di domande e risposte per il pubblico sulla malattia, su come si diffonde, sui suoi sintomi, sul trattamento, sulla prevenzione.
Tra le informazioni rese note dall’Oms anche “Come proteggere me stesso e la mia famiglia”. “Attualmente non esiste una cura per la chikungunya, – hanno fatto sapere dall’Oms – quindi il modo migliore per proteggere se stessi e la propria famiglia è la prevenzione. Evitare le punture di zanzara è essenziale”.
Ecco alcuni modi efficaci per ridurre il rischio:
- Applicare un repellente per zanzare sulla pelle esposta o sugli indumenti
- Indossare indumenti protettivi, come maniche lunghe e pantaloni, soprattutto durante il giorno, quando le zanzare che trasmettono la chikungunya sono più attive
- Dormire sotto le zanzariere, soprattutto durante il giorno
- Utilizzare zanzariere su porte e finestre o tenerle chiuse
- Rimuovere l’acqua stagnante da oggetti come pneumatici, secchi e vasi di fiori: sono luoghi comuni per la proliferazione delle zanzare.