Sono arrivati in piena notte all’ospedale Santobono di Napoli due bambini provenienti dalla Striscia di Gaza. I medici si stanno già prendendo cura di loro.
Il primo si chiama Rayan ed ha poco più di un anno. È arrivato insieme a mamma e papà. La famiglia proviene da Dair Al-Balah. La seconda, di nome Sham, ha due anni ed è insieme alla madre e alla sorellina. Abitano nella tristemente nota Khan Younis.
Parliamo dei due bambini giunti in piena notte dalla Striscia di Gaza per essere curati presso l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon di Napoli. I piccoli sono giunti all’aeroporto di Roma Ciampino con un C-130 dell’Aeronautica militare per poi essere trasferiti in Campania. Altri bimbi sono in cura presso altre strutture d’eccellenza italiane come l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ed il Bambino Gesù di Roma.
Per quanto riguarda Rayan e Sham, nella documentazione sanitaria che li accompagna si parla di presunto rachitismo con epatomegalia. Si tratta di una condizione clinica in cui il rachitismo, ovvero l’alterazione dello sviluppo osseo dovuta a deficit di vitamina D, calcio o fosforo, si associa all’ingrossamento del fegato. Per entrambi sono già in corso i primi accertamenti per l’inquadramento diagnostico. Saranno poi avviate, il prima possibile, le cure più appropriate.
Conenna (Santobono): “Accoglierli e curarli è quello che sappiamo e dobbiamo fare”
I piccoli sono arrivati al Santobono alle 2.30 della notte con una ambulanza del 118 della Asl Napoli 1 Centro. Il mezzo li ha prelevati all’Aeroporto di Ciampino. La grande operazione nazionale di evacuazione per motivi sanitari è stata coordinata dall’Aeronautica Militare e dall’Unità di crisi della Farnesina. È stata supportata dalla Cross di Pistoia (Centrale remota operazioni soccorso sanitario). La Prefettura e la Regione Campania hanno seguito tutte le fasi dell’arrivo dei due bimbi e degli accompagnatori.
“Dall’inizio del conflitto sono sei i bambini presi in carico dal nostro ospedale per varie patologie complesse. – ha spiegato Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Aorn Santobono Pausilipon – Accoglierli e curarli è quello che sappiamo e dobbiamo fare. È la risposta, senza distinzione di nazione e Credo, al dramma della guerra che, in questo caso, ha tra i bambini le vittime che più di tutte sollecitano la nostra sensibilità e muovono l’impegno concreto delle Istituzioni”.
Non solo cure mediche, ma assistenza e supporto per far ritrovare ai bimbi e alle loro famiglie un ambiente protetto e rispettoso. Tutto ciò, dopo le devastazioni della guerra, grazie alla Fondazione dell’ospedale (Fondazione Santobono Pausilipon), che ha messo a disposizione alloggi e si occupa dell’ospitalità delle famiglie.
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“Abbiamo visto nei loro occhi smarriti tutta la stanchezza e il dolore. Ma anche il sollievo di chi si è finalmente lasciato la guerra alle spalle. – spiega Flavia Matrisciano, direttrice della Fondazione – Grazie anche ai progetti di raccolta fondi dedicati ai Corridoi umanitari riusciamo a garantire a questi genitori e ai loro piccoli un sostegno completo e continuativo sotto ogni aspetto. In questi casi coinvolgiamo anche i mediatori culturali. Questi ultimi hanno il delicato compito non solo di facilitare la comunicazione con il personale sanitario. Ma anche di favorire l’integrazione all’interno del contesto di cura e di accoglienza”.
“Mentre continua la vergogna di Gaza nell’indifferenza generale siamo testimoni, con l’arrivo di altri due bambini al Santobono, di quanto realmente sta accadendo in quei territori devastati dalle bombe e dalla fame. Anche stavolta, le nostre strutture sanitarie, e in particolare il Santobono, sono un presidio di professionalità, solidarietà e vicinanza alla popolazione palestinese”, ha detto infine il governatore campano Vincenzo De Luca.