L’Italia riconoscerà la Palestina come Stato sovrano? Aumentano le pressioni sul governo di Giorgia Meloni da parte di opposizioni, Vaticano ed alleati europei.
Nella serata di ieri, mentre si moltiplicavano gli appelli per il riconoscimento dello Stato palestinese, la premier Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu.
La presidente ha insistito “sulla necessità di porre immediatamente fine alle ostilità” poiché la situazione nella Striscia di Gaza “è insostenibile ed ingiustificabile”. Nessun accenno nella nota diffusa da Palazzo Chigi al fatto che sempre più Paesi, anche europei, stiano annunciando il riconoscimento della Palestina per sostenere la soluzione due popoli-due Stati. Meloni, però, è oggettivamente sotto pressione, interna delle opposizioni ed esterna di importanti alleati europei come Francia e Regno Unito.
La domanda è: l’Italia riconoscerà la Palestina come Stato autonomo? Roma attualmente non riconosce formalmente la Palestina come Stato sovrano. Questo, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi più attivi sul fronte del sostegno alla popolazione sotto assedio da parte di Israele dallo scoppio della guerra dopo le stragi di Hamas del 7 ottobre 2023. Roma ha ottimi rapporti con l’Autorità nazionale palestinese (Anp).
L’Italia, la Palestina e la “profonda gratitudine” dell’Anp
Proprio ieri il primo ministro Mohammad Mustafa ha espresso “profonda gratitudine” per il sostegno umanitario fornito dall’Italia e per il costante impegno a favore della soluzione a due Stati. Gli ospedali italiani hanno accolto numerosi civili, specie bambini, palestinesi. Nelle prossime ore ne sono attesi ulteriori cinquanta, mentre prosegue sul campo l’iniziativa della Farnesina Food for Gaza.
Dunque perché l’Italia non ha ancora riconosciuto la Palestina? La posizione ufficiale del governo l’ha espressa nelle scorse ore il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Uno stato deve avere un popolo e una unità territoriale, che adesso non c’è. – ha spiegato il titolare della Farnesina – Non sono contrario al riconoscimento dello Stato palestinese, ma bisogna che ci sia uno Stato palestinese. Certamente non voglio riconoscere Hamas, che è una organizzazione terroristica“.
Bisogna specificare che l’Anp è l’organo di autogoverno riconosciuto a livello internazionale, ma ha sede in Cisgiordania e non ha più il controllo su Gaza dal 2007, quando è scoppiato il conflitto interno con Hamas. È bensì il movimento islamico palestinese, considerato un’organizzazione terroristica, che dopo aver vinto le elezioni nel 2006 controlla completamente Gaza. Hamas, unico vero potere politico-militare nella Striscia, gestisce infatti la sicurezza interna, le frontiere, le milizie, i servizi essenziali come ospedali e scuole.
Riconoscere la Palestina, insomma, significherebbe legittimare anche Hamas. Questa, almeno, è la tesi di Israele e Stati Uniti, che hanno apertamente criticato la decisione di Francia, Regno Unito, Canada ed altri Paesi che riconosceranno la Palestina per sostenere il processo verso una pace duratura, cavalcando il sentimento di indignazione globale per l’assedio di Tel Aviv contro l’intera popolazione della Striscia.
Stato palestinese, la Santa Sede lo ha già riconosciuto
“Oltre 140 paesi già riconoscono la Palestina. Che cosa aspetta l’Italia? Se non ora quando? Cosa state aspettando? – ha detto nelle scorse ore la segretaria del Partito democratico Elly Schlein – Vi chiediamo di riconoscere immediatamente lo Stato di Palestina. Meloni dice che sarebbe controproducente. Ma l’unica cosa controproducente è la vostra inerzia davanti ai crimini di Netanyahu, davanti alla carestia, alle bombe che cadono su Gaza”.
Sono molteplici gli attori che stanno facendo pressione sul governo Meloni. L’intenzione di quest’ultima, secondo rumors, sarebbe quella di fare del riconoscimento un importante strumento negoziale. Proprio in questi giorni, però, quaranta ex ambasciatori italiani hanno indirizzato una lettera alla premier chiedendo di sospendere sia ogni cooperazione militare con Israele sia l’accordo di associazione Ue-Israele e di riconoscere lo Stato di Palestina come atto politico non più rinviabile.
Infine, c’è la Santa Sede. Quando Meloni aveva giudicato “prematuro” il riconoscimento della Palestina, il segretario di Stato Pietro Parolin ha affermato: “Non è prematuro, noi lo abbiamo già fatto”. La divergenza di vedute tra governo e Vaticano ha posto la questione diplomatica in una fase delicatissima. Il che sta costringendo Giorgia Meloni ad una seria riflessione sulle prossime mosse del governo.