Il piano carceri in Consiglio dei ministri e le dichiarazioni finali di voto sulla separazione delle carriere: martedì 22 luglio è il giorno delle decisioni sulla giustizia italiana.
Un altro ragazzo di 26 anni è morto suicida dietro alle sbarre. Era tunisino ed era tornato nel carcere a Massa dopo la revoca degli arresti domiciliari.
Un’altra scelta di morte in un istituto penitenziario si aggiunge alla tragica lista che conta i nomi di ben 43 persone da gennaio 2025. E questo 26enne non è l’unico degli ultimi giorni: sono tre infatti, le persone suicide in carcere. Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa polizia penitenziaria, descrive questo contesto come una “strage senza fine“.
E che avviene “mentre si annunciano task force balneari”, aggiunge, riferendosi al comitato ad hoc composto dai rappresentanti degli istituti penitenziari e i magistrati di sorveglianza istituita nei giorni scorsi dal ministro Carlo Nordio. Da luglio a settembre si riunirà con l’obiettivo di redigere un piano strutturato per risolvere l’emergenza carceri.
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Il prossimo passo per affrontare il tema è quello del Consiglio dei ministri di martedì 22 luglio (lo anticipa il Messaggero citando fonti qualificate) al quale il Guardasigilli presenterà la proposta di creare nuove strutture per aggiungere 10mila posti nelle carceri di Bollate, Bologna, Cagliari, Milano Opera e Rebibbia. Si tratta di celle modulari che potranno essere montate in tempi celeri.
Ma non è tutto: Nordio porterà sul tavolo anche l’ipotesi di misure alternative per i tossicodipendenti detenuti. Provvedimenti questi, che per De Fazio sono “la più classica delle minestre riscaldate”.
Uilpa: “Intanto la polizia penitenziaria è in carenza di organico. Stremata”
In più, il segretario denuncia Uilpa denuncia che non c’è il personale necessario e con questi 10mila posti in più, il lavoro della polizia penitenziaria aumenterebbe perché il personale è carente. “Sono 62,391 i detenuti stipati in 46.779 posti disponibili, mentre la polizia penitenziaria, con oltre 18mila unità mancanti agli organici, è mortificata nel morale e stremata nelle forze. Gli agenti vengono sottoposti a carichi di lavoro insopportabili e trattenuti in servizio anche per 26 ore ininterrotte, subendo un vero e proprio caporalato di Stato”.
Il lavoro del Ministero procede quindi su due binari: il primo, l’emergenza, che verrà affrontata con la costruzione si nuove strutture modulari in tempi brevi. E il secondo, nel lungo periodo, che vede impegnate le parti in causa per trovare soluzioni strutturali. Il nuovo piano carceri dovrebbe essere diventare operativo già mercoledì 23 luglio, ovvero dal giorno dopo la riunione del Consiglio dei ministri.
Contrario alla politica delle carceri c’è anche l’associazione Antigone, che per voce del presidente Patrizio Gonnella dice che il piano carceri “affronta la questione solo dal punto di vista numerico”.
Si va verso il voto finale sulla separazione delle carriere
Ma il piano carceri è solo uno dei due nodi fondamentali per la giustizia italiana. L’altra infatti è la separazione delle carriere. Sempre martedì 22 luglio sono previste le dichiarazioni di voto finale sul ddl Nordio, che introduce il principio delle due carriere distinte tra magistratura inquirente e giudicante.
QUI IL PUNTO DI VISTA DEI MAGISTRATI SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE
Gli altri pilastri della riforma sono l’istituzione di due Csm al posto di uno per altrettante magistrature e l’Alta Corte disciplinare.