Disastro Air India, misteri e sospetti. Il comandante Anpac: “Errore umano? Improbabile”

È mistero sul disastro del volo Air India dello scorso 12 giugno. Le indagini si stanno concentrando sugli interruttori di controllo del carburante e sulle azioni dei due piloti in cabina. 

C’è ancora tanto da chiarire in merito al disastro aereo che ha coinvolto il Boeing 787 Dreamliner di Air India diretto a Londra e precipitato lo scorso 12 giugno ad Ahmedabad, poco dopo il decollo, uccidendo 260 persone. Una sola persona è sopravvissuta.

Disastro Air India, i resti dell'aereo e due persone che li osservano
Disastro Air India, misteri e sospetti. Il comandante Anpac: “Errore umano? Improbabile” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Due le informazioni provenienti dal rapporto preliminare sullo schianto che hanno destato scalpore e fatto in breve tempo il giro del mondo. La prima è che l’interruttore di controllo del carburante era disattivato. La seconda è che uno dei due piloti, il comandante indiano Sumeet Sabharwal di 56 anni con ogni probabilità soffriva di depressione. Dall’esame della scatola nera, inoltre, sarebbe emerso un litigio all’interno della cabina.

L’errore umano è in natura. Ma in questo caso se non impossibile, è improbabile. – ci ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, il comandante Danilo Recine, vicepresidente di Anpac, Associazione nazionale professionale aviazione civile – Quegli interruttori si attivano in caso di accensione, spegnimento o di avaria motori in volo. Che le mani del pilota, per errore, vadano lì invece che da altre parti, lo ritengo improbabile”.

Air India, il giallo degli interruttori di sicurezza: ecco come funzionano

In tutti gli aerei, non solo Boeing, quell’interruttore ha un meccanismo di sicurezza, il cosiddetto spring loaded. Per muoverlo e spegnere il motore, dev’essere tirato per superare due pezzi di metallo proprio per evitare che venga urtato accidentalmente. Lo spostamento di questi switch è pensato e realizzato per essere azionato in maniera volontaria“.

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Sospetti e ombre ancora tutti da accertare, ma è impossibile non ripensare a quanto accaduto nel 2015 al volo Germanwings. L’aereo, partito da Barcellona e diretto a Düsseldorf, si schiantò sulle Alpi francesi, causando il decesso di tutte le 150 persone a bordo. Dall’inchiesta sul disastro emerse che il copilota Andreas Lubitz chiuse la porta e attivò la discesa controllata dell’aereo fino all’impatto con la montagna.

Disastro Air India, i resti dell'aereo
Air India, il giallo degli interruttori di sicurezza: ecco come funzionano (ANSA FOTO) – Notizie.com

Le indagini rivelarono che Lubitz soffriva di gravi disturbi psicologici, di cui la compagnia non era completamente a conoscenza. Dalle registrazioni recuperate dalla scatola nera del volo indiano, invece, si sentirebbe dire: “Perché hai spento i motori? No, non l’ho fatto io“.

Mi attengo ai dati che abbiamo. – ha continuato il comandante Recine – Il rapporto è preliminare, ma abbiamo le informazioni della scatola nera. Il flight data recorder ci parla della posizione delle leve, il voice data recorder della cabina di pilotaggio. Abbiamo delle trascrizioni, ma non sappiamo chi parla, quanto è stata animata la discussione né se in cabina si trovasse una terza persona. Noi piloti siamo persone normalissime e ci possono essere situazioni personali per cui ci si prende un congedo e non si va in volo“.

Recine (Anpac) in esclusiva a Notizie.com: “L’aereo ha fatto ciò che era previsto”

Nel caso di Air India, l’aereo ha fatto ciò che era previsto, ha innescato la messa in moto automatica che si aziona quando c’è una doppia avaria motore. Si tratta di una turbina presente sotto la plancia per ridare ciò che serve per riaccendere i motori. Tanto è vero che quello sinistro prima dello schianto si era riacceso”.

L’autorità di regolamentazione dell’aviazione indiana ha ordinato alle compagnie aeree che operano con diversi modelli Boeing di esaminare gli interruttori. Le società dovranno completare le ispezioni e presentare i risultati all’autorità di regolamentazione entro il 21 luglio. L’amministratore delegato di Air India Campbell Wilson ha affermato che il rapporto preliminare sull’incidente non ha rilevato problemi meccanici o di manutenzione dell’aeromobile e dei suoi motori.

Disastro Air India, uno dei familiari delle vittime della tragedia che piange
Recipe (Anpac) in esclusiva a Notizie.com: “L’aereo ha fatto ciò che era previsto” (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’Associazione dei piloti civili indiani (Icpa) ha respinto intanto le insinuazioni sulla colpevolezza del pilota contenute nel rapporto preliminare. Secondo l’Icpa si tratterebbe di narrazioni speculative che emergono nei media e nel dibattito pubblico, “in particolare dall’insinuazione sconsiderata e infondata del suicidio del pilota. Vogliamo essere inequivocabilmente chiari: non vi è assolutamente alcun fondamento per una simile affermazione”.

Non si vuole difendere i piloti a prescindere, – ha sottolineato il vicepresidente Anpac – ma si vuole far sì che non ci siano sciacallaggi o speculazioni. Nella commissione che ha stilato il rapporto preliminare ci sono la Boeing, la General electric che ha costruito i motori, il governo indiano e quello inglese in quanto c’erano molti passeggeri britannici e il volo era diretto a Londra, ma non risulta ci siano rappresentanti dei piloti. Dobbiamo aspettare il report finale, ma è bene che partecipino per trasparenza anche i piloti e i rappresentanti dei familiari delle vittime”.

Tragedia Air India, questione sicurezza: “Visite mediche e controlli tossicologici”

Il disastro sta comunque accendendo la polemica circa la catena di sicurezza in volo. “Piloti ed assistenti di volo sino ai 60 anni – ha concluso il comandante – sono sottoposti a visita annuale con un medico certificato. Dopo i 60 anni si viene sottoposti a visita ogni sei mesi. In Italia poi è prevista un’ulteriore visita di medicina del lavoro.

Ci sono questionari e c’è il colloquio con il medico. In quell’ambito se un pilota afferma di non dormire bene o di avere altri problemi allora scattano gli approfondimenti. Non è tutto. Randomicamente poi ci sono i controlli tossicologici. Molte persone perdono l’idoneità anche per patologie non gravi. Abbiamo regole ferree ma contro l’imponderabile non c’è molto da fare”.

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