L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare la gestione dell’afflusso in Europa di merce a basso costo. Per farlo, tra le altre misure, l’Ue è pronta a varare pesanti dazi.
Bruxelles ha stimato che ogni giorno entrano nell’Unione europea ben dodici milioni di pacchi di piccole dimensioni. Si tratta perlopiù di merce a basso costo e di bassa qualità. Proveniente da negozi online extra-Ue.
Le autorità doganali e di vigilanza sul mercato hanno riscontrato molte difficoltà nel controllare e garantire la sicurezza di tutti i pacchi. Per questo motivo il Parlamento europeo ha adottato una serie di proposte per migliorare la gestione dell’afflusso merci nel vecchio continente. Nello specifico, è stata approvata una risoluzione non vincolante con 619 voti a favore, 26 contrari e 46 astensioni.
Nel pacchetto di misure ci sono anche i dazi doganali. Nel mirino ci sarebbe soprattutto il settore della fast fashion, ovvero il mondo dei capi prodotti e venduti a basso costo, che producono anche enormi quantità di rifiuti non riciclabili. Così, se da un lato l’Ue sta cercando una soluzione alle tariffe che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è intenzionato ad applicare sulle importazioni da mezzo mondo, Europa compresa, dall’altro sta adottando misure simili sui venditori extra-Ue. Anche il fine ultimo sembra essere il medesimo.
Ma se il tycoon ha esplicitamente dichiarato di voler spingere le aziende a produrre direttamente negli Usa per evitare i dazi e risollevare l’economia e l’occupazione a stelle e strisce, l’Ue ha sottolineato la necessità di maggiore sicurezza per i cittadini europei e il bisogno di contrastare la concorrenza sleale per le proprie imprese per “convincere” i venditori extra-Ue a creare dei magazzini in Europa da cui effettuare le consegne ai clienti. Ma quanto peseranno i dazi per gli europei?
C’è prima di tutto da specificare che le merci di valore inferiore a 150 euro sono attualmente esenti dalle normali tasse doganali. Secondo Bruxelles per sfruttare tale esenzione i venditori sottostimano il valore dei pacchi. Un fenomeno che coinvolgerebbe il 65% della merce che ogni giorno approda in Europa. Gli eurodeputati hanno quindi proposto alla Commissione Ue di introdurre una tariffa di due euro per ogni pacco proveniente da fuori Ue, chiedendo che però il dazio non venga poi scaricato sui consumatori europei.
I parlamenti hanno inoltre l’uso di nuove tecnologie come l’Intelligenza artificiale e la blockchain per contribuire a ridurre il sovraccarico doganale e rendere più efficienti i controlli. “Le vendite online – si legge in una nota – offrono ai consumatori un livello di comodità senza precedenti, ma comportano anche sfide significative. Molti dei prodotti che arrivano nell’Ue non rispettano le norme di sicurezza europee, le imprese dell’Ue subiscono la concorrenza sleale e i consumatori sono esposti a pratiche manipolative. I contribuenti europei devono sostenere il costo crescente della gestione dei rifiuti non riciclabili”.
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“Dietro ogni acquisto online si nascondono potenziali rischi per la salute, la sicurezza e i diritti dei consumatori – ha commentato l’europarlamentare italiano Salvatore De Meo (Ppe – Forza Italia) – e troppo spesso questi rischi provengono da operatori extra-Ue che aggirano le regole. Le nostre imprese non possono essere costrette a competere in condizioni così sleali. Ecco perché stiamo rafforzando i controlli doganali, chiedendo la piena tracciabilità dei venditori e contrastando le pratiche manipolative”.