L’Ucraina è uscita dalla Convenzione di Ottawa e non è l’unico Paese. Cosa sono le mine antiuomo, perché sono pericolose e per quale ragione Kiev ha deciso di utilizzarle.
Il ritiro dalla Convenzione di Ottawa è per l’Ucraina una decisione “politica ma necessaria”. Con la firma di un decreto ad hoc, il presidente Volodymyr Zelensky ha ufficializzato la scelta, motivandola con il fatto che, avendo sempre rispettato il patto, l’Ucraina si trova sul campo in una posizione di svantaggio rispetto alla Russia.
La Convenzione di Ottawa risale al 1997 ed è stata ratificata da oltre 160 Paesi. Prevede l’impegno a non utilizzare, produrre, stoccare e trasferire le mine antiuomo, con l’intento di proteggere i civili dagli esplosivi sparsi sul terreno, che rappresentano un pericolo non solo durante una guerra, ma anche successivamente. Proprio per il rischio che possano esplodere.
L’Ucraina ha firmato il patto nel 2005, e come spiegato dal governo, lo ha sempre rispettato fin dal principio nella guerra contro la Russia. Il punto però, è che Mosca non fa parte della Convenzione, dunque ha sempre utilizzato mine antiuomo nella guerra contro l’Ucraina dal 2022. Per Kiev questo ha creato “un vantaggio asimmetrico per l’aggressione”.
Da qui, la decisione di uscire dalla Convenzione: “L‘Ucraina si è trovata in una situazione iniqua e ingiusta, che limita il diritto all’autodifesa, come sancito dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.
Altri Paesi prima di Kiev hanno preso la stessa decisione per difendersi da Mosca
Kiev non è certo il primo. Anche altri Stati, sentendosi minacciati dalla Russia, hanno scelto di comunicare all’Onu l’uscita dall’accordo: stiamo parlando di Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia e Finlandia. La palla passa ora alla Rada, il Parlamento ucraino, che dovrà votare a favore o contro. Dopodiché verrà ratificata la comunicazione ufficiale alle Nazioni Unite.
Non solo la Russia. Neppure Cina, India, Pakistan, Repubblica di Corea e Stati Uniti non hanno firmato la Convenzione di Ottawa. E le mine antiuomo sono molto utilizzate anche da numerosi attori paramilitari.
L’Ucraina ne è piena: si stimano oltre 130mila chilometri quadrati di territorio potenzialmente contaminate da questi ordigni inesplosi. E che dovranno essere bonificati.
Cosa sono le mine antiuomo e perché sono pericolose
Le mine antiuomo sono ordigni esplosivi che si attivano quando vengono calpestati o toccati. Vengono nascoste nel terreno e sono molto potenti, al punto da mutilare o uccidere più persone. Se non vengono toccate possono restare dove sono state posizionate anche per decenni. In tutto il mondo sono 58 i Paesi a rischio. Bonificare i terreni da queste bombe è molto costoso, e per questo non sempre vengono attivate le procedure per la messa in sicurezza delle aree.
Nel caso dell’Ucraina però, si è attivata un’azienda Usa, la Safe Pro Group, che ha firmato un accordo pluriennale con il Centro di eccellenza ucraino, per occuparsi dello sminamento delle zone attraverso SpotlightAI, un’intelligenza artificiale.
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Intanto negli ultimi giorni l’Ucraina continua a combattere contro l’invasione russa. L’esercito del Cremlino ha 477 droni kamikaze e 60 missili tra sabato e domenica, portando a termine quello che secondo l’aeronautica ucraina è stata “un’aggressione senza precedenti”.
Mosca ha alzato la voce anche a livello diplomatico, spiegando che fino a che l’Occidente continuerà a imporre sanzioni, non sarà possibile parlare di negoziati in questa guerra. Allo stesso tempo il presidente Vladimir Putin ha rilanciato l’ipotesi dei colloqui a Istanbul, ma nessuno crede nelle sue intenzioni. Intanto l’Italia si prepara ad accogliere un momento importante per il futuro dell’Ucraina: quello per la ricostruzione post-bellica.
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La premier Giorgia Meloni sta lavorando alla Conferenza per la ricostruzione, prevista a Roma per il 10 e l’11 luglio, alla quale parteciperanno più di cento delegazioni governative, 40 organizzazioni internazionali e duemila aziende provenienti da tutto il mondo.