Buon compleanno, Google Earth: il software compie 20 anni. Come ha cambiato il nostro modo di guardare il mondo

Barriere coralline, siti fossili, nuove specie di ominidi e famiglie ritrovate. C’è tutto questo nella storia di Google Earth, che proprio in questi giorni ha compiuto 20 anni.

Per celebrare l’anniversario il colosso della tecnologia con sede a Mountain View, negli Usa, ha diffuso una raccolta di immagini che mostrano l’evoluzione nel corso del tempo di luoghi e città famosi.

Il Grand Prismatic Spring di Yellowstone ripreso da Google Earth
Buon compleanno, Google Earth: il software compie 20 anni. Come ha cambiato il nostro modo di guardare il mondo (GOOGLE FOTO) – Notizie.com

È dunque possibile, ad esempio, assistere alla monumentale trasformazione di Berlino dal 1943 ad oggi. O anche osservare il porto di Boston trasformarsi da centro industriale nel 1995 al lungomare, ai moli e ai parchi di oggi. Earth è uno dei molti software di estremo successo dell’azienda statunitense. Solo nell’ultimo anno gli utenti del web hanno cercato luoghi su Google più di due miliardi di volte.

Un successo prevedibile già 20 anni fa: nella prima settimana di lancio, nel 2005, Google Earth registrò cento milioni di download. Com’è noto, il software permette di visualizzare una rappresentazione virtuale tridimensionale della Terra basata su immagini satellitari, fotografie aeree e dati Gis (Geographic information system).

Maguire (Google): “Da 20 anni, Earth ci aiuta a esplorare e comprendere il mondo”

Da 20 anni, Google Earth ci aiuta a esplorare e comprendere il mondo. – ha spiegato Yael Maguire, vicepresidente e direttore generale delle piattaforme Maps ed Earth – Negli ultimi due decenni, le persone lo hanno utilizzato per costruire città più resilienti, comunità più forti. E un pianeta più sano“.

Google Earth fu reso disponibile due mesi prima che l’uragano Katrina colpisse gli Usa. La società collaborò con le autorità mettendo a disposizione immagini aggiornate del territorio. Tre anni dopo, nel 2008, lo scienziato Chris Simpson scoprì grazie ad Earth un raro tipo di barriera corallina definita la foresta pluviale del mare al largo della costa occidentale dell’Australia. Nel 2010 alcuni ricercatori identificarono grotte e siti fossili che portarono alla scoperta di una specie di ominide completamente nuova, l’Australopithecus sediba.

Nel 2011 Saroo Brierley utilizzò le immagini di Google Earth per ritrovare la famiglia da cui era stato separato all’età di cinque anni. Saroo ritrovò la strada per tornare a casa in India e si riunì alla madre biologica dopo 25 anni di separazione. La storia completa è raccontata nel film Lion.

L’anno scorso, l’hashtag #somewhereonGoogleMaps ha iniziato a essere di tendenza sui social media, con persone di tutto il mondo che utilizzavano le immagini storiche di Street View per viaggiare virtualmente nel tempo e vedere come un luogo si è evoluto nel tempo.

Ora – ha concluso Maguire – è possibile accedere alle immagini storiche di Street View direttamente da Google Earth e, se lo si utilizza in ambito professionale, è possibile accedere facilmente a nuovi set di dati, come la copertura arborea delle città, le temperature del territorio e altro ancora”.

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