La commissione Bilancio alla Camera ha dato parere contrario alla proposta di legge sulla settimana corta. La polemica delle opposizioni.
La proposta di legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario rischia di finire come il salario minimo. La commissione Bilancio della Camera dei deputati infatti, ha dato parere contrario al provvedimento targato Movimento 5 Stelle, Pd e Avs.
Già a febbraio era stato respinto in commissione Lavoro. La pdl è arenata da ottobre alla Camera e il terreno di scontro tra maggioranza e opposizione riguarda le coperture.
La commissione Bilancio ha richiesto di sopprimere l’articolo 1 del provvedimento, che “si limita ad esporre le finalità del provvedimento senza alcuna quantificazione di eventuali costi”, come hanno spiegato in una nota i deputati grillini in commissione Bilancio Daniela Torto e Gianmauro Dell’Olio.
Richiamandosi all’articolo 81 della Costituzione, l’equilibrio di bilancio, i deputati di maggioranza sostengono che le coperture previste nella proposta di legge per sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, sono insufficienti. Ma in realtà, “estendono questa sperimentazione anche al settore pubblico, cosa che in realtà non esiste nel nostro disegno di legge”. A spiegarlo è Arturo Scotto, uno dei firmatari della legge e componente della commissione Lavoro alla Camera per il Pd.
Perché la commissione Bilancio ha respinto la pdl delle opposizioni
Inoltre “costruiscono ipotesi secondo cui tutte le imprese deciderebbero di accedere al fondo. E sulla base di questi due elementi dicono che le cifre non sono sufficienti. Questo è falso: nella legge noi specifichiamo che parliamo di imprese private e il fondo, in quanto tale, una volta esaurito non necessiterà di ulteriori finanziamenti”.
La proposta di legge prevede lo stanziamento, nel triennio di sperimentazione, di 100, 200 e 200 milioni per un totale di 500. “Sostengono che la somma sia insufficiente sulla base della convinzione che tutte le imprese italiane, del settore pubblico e privato, accederanno al fondo”, dichiara Arturo Scotto a Notizie.com. “Chi conosce il meccanismo degli incentivi sa benissimo che questa circostanza non si è mai verificata nella storia. Non dicono no perché non sanno come negare una misura che ormai è adottata in tutta Europa. Quindi usano la scusa delle coperture. Fecero lo stesso col salario minimo”.
La proposta di legge sulla riduzione dell’orario lavorativo a parità di stipendio, approderà in Aula col parere negativo della commissione Bilancio. “Proveranno a cancellarla, proprio come per il salario minimo. E ad affossarla definitivamente”, sostiene Scotto.
Il Dem accusa la maggioranza di non aver letto a fondo la pdl. “Hanno un pregiudizio verso qualsiasi forma di intervento sulla legislazione del lavoro che sia progressivo. Loro sono intervenuti sui voucher, contratti a termine, subappalti a cascata e lavoro somministrato. Ma quando si tratta di diritti, sicurezza e benessere del lavoratore, si trincerano dietro la scusa che è materia di contrattazione”.