Sugar Tax, perché il Consiglio dei ministri ha approvato l’ennesimo rinvio del provvedimento introdotto nella legge di Bilancio del 2020.
Venerdì 20 giugno il Consiglio dei ministri ha nuovamente rinviato l’entrata in vigore della Sugar Tax. Si tratta del nono slittamento del provvedimento che fu approvato nel 2020 dal governo Conte.
Sugar Tax no. O sì? L’ennesima risposta (e non definitiva) al dilemma è arrivata nell’ultima riunione dei rappresentanti dell’esecutivo Meloni: altri sei mesi di proroga della sospensione del provvedimento che fu introdotto dai giallo-verdi nella Manovra economica approvata nell’anno della pandemia Covid-19.
Si tratta del nono slittamento, dopo quello di gennaio, quando la Sugar Tax era uscita dal decreto Milleproroghe. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha nuovamente trovato altre risorse rinviarla e lo ha messo nero su bianco in uno dei provvedimenti contenuti nel decreto Omnibus, approvato in Cdm venerdì 20 giugno.
Perché la maggioranza è contro la Sugar Tax
Se ne riparlerà a gennaio del 2026, ma l’argomento non piace affatto ai partiti di maggioranza. Lega e Forza Italia la definiscono “ideologica, iniqua e dannosa” e sono infatti contrari. Nei giorni scorsi il vicepremier, ministro degli Esteri e leader azzurro Antonio Tajani aveva avanzato la proposta di slittare l’entrata in vigore della Sugar Tax di un anno.
Cosa prevede la tassa
Nell’ultima formulazione, questa tassa prevede che i produttori e gli importatori di bevande analcoliche zuccherate debbano pagare un’imposta di consumo di 10 euro per ettolitro e 0,25 centesimi al chilo nel caso dei prodotti da diluire. Viene applicata alle bevande e anche ad alcuni prodotti alimentari che contengono zuccheri aggiunti.
Le potenziali perdite per gli industriali
Alla Sugar Tax si oppongono anche gli industriali. Assobibe, l’associazione che li rappresenta, stima una perdita di oltre 2,2 milioni di euro, a causa dei costi tra i 25mila e 90mila per pagare il tributo mensile. Nel caso ovviamente, in cui la norma che introduce questa tassa dovesse entrare in vigore.
Il discorso è stato rinviato alla prossima occasione utile: la prossima Manovra economica. E in quel caso potrebbe essere finanziato un ulteriore intervento per una nuova proroga dei termini per l’entrata in vigore.
I punti a favore della Sugar Tax
La tassa era stata introdotta per sensibilizzare i consumatori a mangiare prodotti sani, scoraggiando così alimenti dannosi per la salute. Gli zuccheri aggiunti infatti, se consumati in grandi quantità, sono dannosi e possono essere una delle cause di malattie come l’obesità.
I prodotti colpiti dalla Sugar Tax potrebbero essere la cola, l’aranciata, il tè, le limonate, le cedrate, i succhi di frutta, e molti altri soft drink. Ma anche le bevande che derivano da cereali e latte alle quali vengono aggiunti zuccheri. L’introduzione di questa tassa sarebbe in linea con altri Paesi europei e del mondo, come la Francia, la Spagna, il Regno Unito, alcune città Usa, l’Ungheria, la Colombia e il Messico.