Metalmeccanici, tute blu e datori di lavoro più lontani che mai. Termina senza soluzioni il tavolo convocato dalla ministra Calderone. Continua intanto, la polemica sul dl Sicurezza.
Termina con un nulla di fatto il tavolo convocato al Ministero del Lavoro con i metalmeccanici dopo lo sciopero generale di venerdì 20 giugno. Il tema è il rinnovo dei contratti nazionali. Intanto continua a far discutere la protesta per le prime applicazioni del decreto sicurezza. Il punto sulla situazione.
Nessuna possibilità di dialogo tra datori di lavoro e tute blu. Almeno per ora. La riunione convocata dalla ministra Marina Elvira Calderone si è conclusa senza decidere la data di un nuovo incontro per continuare le trattative. Il dialogo tra le parti è chiuso dal 12 novembre del 2024. “Le associazioni datoriali hanno ribadito la loro indisponibilità a discutere del rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro“, si legge in una nota congiunta dei sindacati. “Hanno riconfermato le loro precondizioni senza fornire elementi di novità utili per la ripresa del negoziato”.
Il tavolo è stato convocato dalla ministra Calderone dopo lo sciopero, con lo scopo di capire a che punto, le parti, siano arrivati nelle trattative. A rappresentare i lavoratori c’erano i leader sindacali di Uilm, Fiom e Fim, rispettivamente Rocco Palombella, Michele De Palma e Ferdinando Uliano. Dal lato delle aziende invece, Stefano Franchi e Federico Visentin, direttore generale e presidente di Federmeccanica, e Assistal.
Sindacati: “Riaprire i negoziati senza pregiudizi”
“Le segreterie nazionali Fim, Fiom e Uilm hanno con fermezza dichiarato la priorità di riaprire il negoziato senza posizioni pregiudiziali”, si legge ancora nella nota, “lasciando al tavolo la capacità di trovare tutte le mediazioni”. Calderone ha fatto sapere di voler seguire la vicenda.
Ma il contratto nazionale non è l’unica cosa che rende i metalmeccanici protagonisti di questi giorni. A far discutere soprattutto la politica infatti, è stata la protesta di venerdì 20 giugno delle tute blu a Bologna, durante la quale in diecimila hanno bloccato la tangenziale entrando dall’ingresso 7 in direzione San Lazzaro di Savena. I manifestanti sono stati denunciati, diventando quindi uno dei primi casi significativi dell’applicazione del nuovo decreto Sicurezza. Sul punto, la norma riguarda la materia dei blocchi stradali.
Immediate le critiche delle opposizioni e dei sindacati. “Abbiamo la dimostrazione che avevamo ragione noi: di fronte all’incapacità di dare risposte al Paese, si sceglie di punire chi si lamenta”, sono le parole della segretaria del Pd Elly Schlein.
“Ognuno può scioperare, presidiare, manifestare, fare cortei, ma se mi blocchi una tangenziale, una strada, una ferrovia, un ospedale, una fabbrica, commetti un reato. Molto semplice”, ha risposto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. “Il diritto allo sciopero e a manifestare è sacrosanto, ma quando mi blocchi e mi impedisci di andare al lavoro, a scuola, al negozio, in ospedale, fai un torto ad altri lavoratori”.