Gli Usa valutano se affiancare Israele contro l’Iran: cosa è successo nella Situation Room della Casa Bianca

Gli Usa starebbero valutando di entrare nel conflitto tra Iran e Israele: cosa è accaduto nella Situation Room della Casa Bianca. 

Non un semplice cessate il fuoco, ma una fine “vera” della guerra tra Israele ed Iran. Dopo il rientro anticipato dal G7 in Canada, che ha scatenato la polemica del presidente francese Emmanuel Macron, Donald Trump ha assunto una posizione ancor più netta nei confronti dell’Iran: la richiesta è una resa incondizionata.

Il presidente Usa Donald Trump
Gli Usa valutano se affiancare Israele contro l’Iran: cosa è successo nella Situation Room della Casa Bianca (Ansa Foto) – notizie.com

Secondo i media Usa e israeliani, il capo della Casa Bianca potrebbe decidere di intervenire direttamente nel conflitto, attaccando le installazioni nucleari sotterranee di Teheran. I toni di Trump sono decisamente cambiati: “Non ho contattato l’Iran per “colloqui di pace” in alcun modo. Queste sono solo altre false notizie altamente inventate! Se vogliono parlare sanno come contattarmi. Avrebbero dovuto accettare l’accordo che era sul tavolo. Avrebbe salvato molte vite!”. 

Trump tuona: “Abbiamo il controllo completo dei cieli iraniani”

Questo è uno degli ultimi post sul suo social Truth del capo della Casa Bianca, al quale è seguita una minaccia: “Abbiamo il controllo completo e totale dei cieli sopra l’Iran. Aveva ottimi inseguitori del cielo e altre attrezzature difensive, ma non sono paragonabili alle corse prodotte e concepite in America. Nessuno lo fa meglio dei cari vecchi Stati Uniti”. 

“Sappiamo dove si trova Ali Khamenei”

Ma non è finita. In un altro post, Donald Trump si è rivolto direttamente al “leader supremo” Ali Khamenei: “Sappiamo esattamente dove si trova. È un bersaglio facile, ma è al sicuro. Almeno per ora, non lo elimineremo (uccideremo!). Ma non vogliamo che vengano lanciati missili contro i civili o i soldati americani. La nostra pazienza si sta esaurendo”. 

Missili balistici durante il conflitto Israele-Iran
“Sappiamo dove si trova Ali Khamenei” (Ansa Foto) – notizie.com

Il tono ha tutta l’aria di un ultimatum e a dirla tutta una conferma è arrivata anche dal vicepresidente Usa J.D. Vance, che non parla esplicitamente di un intervento diretto nella guerra tra Iran e Israele, ma “di dover adottare ulteriori misure per fermare l’arricchimento nucleare iraniano”. 

Khamenei replica: “La battaglia ha inizio”

Non è tardata ad arrivare su X la risposta di Ali Khamenei: “Ali ritorna a Khaybar”, ha scritto, alludendo al primo califfo dell’Islam sciita e alla conquista della città ebraica nel VII secolo. “Con l’aiuto di Allah la Repubblica islamica trionferà sul regime sionista per volontà di Dio”. Queste parole sono corredate dall’immagine di un uomo con una spada mentre entra in un castello. Sullo sfondo, i fulmini nel cielo.

Non mostreremo alcuna pietà per i sionisti”, ha aggiunto ancora l’Ayatollah, che ha anche avvertito: “La battaglia ha inizio”.

PER APPROFONDIRE IL CONFLITTO TRA IRAN E ISRAELE: Iran-Israele, Ayatollah al bivio: “Negoziare con gli Usa oppure lasciare il potere”

Il dubbio: la minaccia atomica iraniana era reale?

L’obiettivo ufficiale di Tel Aviv è impedire a Teheran di costruire un’arma atomica ma per la Cnn, che cita fonti degli 007 americani, una bomba iraniana non sarebbe stata costruita prima di tre anni. Un cambio di regime potrebbe ora essere solo “una conseguenza” del conflitto, come ha dichiarato Israele. Intanto Khamenei è chiuso in un bunker con la sua famiglia e avrebbe già ceduto parte dei suoi poteri ai Pasdaran, nell’eventualità che venga ucciso.

La notizia che l’Iran fosse più vicino che mai a costruire un’arma nucleare è stata confermata anche dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che a Cartabianca ha citato “la relazione fondamentale” dell’Agenzia Onu Aiea “secondo la quale per quanto riguarda il nucleare, l’Iran ha superato la linea rossa e stata andando in tempi rapidi verso la costruzione della bomba atomica. Cosa che Israele ha sempre temuto”.

Cosa è successo nella Situation Room della Casa Bianca

Intanto Donald Trump ha riunito il team di sicurezza nella Situation Room della Casa Bianca, dopo il ritorno in anticipo dal G7 in Canada. Sul tavolo, tutte le mosse da intraprendere in Medio Oriente, compresa l’ipotesi di entrare direttamente nel conflitto tra Iran e Israele. Nella notte italiana ha anche avuto un lungo colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

L’obiettivo Usa potrebbe essere colpire le infrastrutture nucleari sotterranee, in particolare l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow, che è molto profondo e può essere raggiunto solo con il GBU-57, cioè il Massive Ordnance Penetrator, il più grande bunker buster al mondo che gli Usa sono gli unici a possedere. Esso può essere sollevato soltanto con un bombardiere B-2, anch’esso nelle mani degli Usa. Dunque, soltanto l’America può sganciarlo.

Colpisce il cambio di postura Usa, che poco prima di lasciare il Canada aveva firmato una dichiarazione congiunta con gli altri Paesi del G7, chiedendo la fine del conflitto. L’Iran ha avvertito che una eventuale partecipazione americana potrebbe minare i negoziati, ma per entrare in questa guerra, Trump dovrà fare i conti col Congresso e con i suoi stessi collaboratori.

Un gruppo bipartisan di deputati ha presentato una risoluzione che vieta agli Usa di “intraprendere ostilità non autorizzate contro la Repubblica Islamica dell’Iran”. Anche dal G7 arrivano appelli affinché si ritorni ai negoziati, come ha chiesto anche il presidente francese Emmanuel Macron.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz invece, ha spiegato che Israele “sta facendo il lavoro sporco per tutti noi”. E che se l’Iran “non fa marcia indietro, la distruzione completa del programma nucleare iraniano è all’ordine del giorno, cosa che Israele non può ottenere da solo”. 

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