Escalation Iran-Israele, Susi Snyder (Ican): “La deterrenza nucleare non significa pace”

“La deterrenza nucleare non è una garanzia di pace. È una giustificazione per il possesso di armi che rappresentano una minaccia perpetua”.

Così, in esclusiva in esclusiva per Notizie.com, Susi Snyder, coordinatrice del programma Ican (International campaign to abolish nuclear weapons). L’organizzazione no-profit per il bando delle armi nucleari è stata fondata a Melbourne nel 2007. Ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2017.

Susi Snyder dell'Ican
Escalation Iran-Israele, Susi Snyder (Ican): “La deterrenza nucleare non significa pace”(ANSA FOTO) – Notizie.com

Abbiamo analizzato con Snyder della pericolosa escalation tra Israele ed Iran. Le tensioni potrebbero spingere Teheran ad accelerare il suo programma di armi nucleari. “L’attacco – ha sottolineato l’esperta – dimostra che Israele non vuole una soluzione negoziata alle sfide legate alle armi nucleari nella regione. Probabilmente perché tutti sanno che è l’unico Stato dotato di armi nucleari. E che il suo programma di armamenti deve essere sottoposto a un maggiore controllo internazionale”.

Secondo l’Ican c’è sempre spazio per la diplomazia, anche perché “è così che si conclude ogni conflitto”. La questione principale è: quanto tempo passerà prima che la comunità internazionale intervenga per portare tutte le parti al tavolo delle trattative e affrontare tutti i programmi di armi nucleari nella regione?

Snyder (Ican) in esclusiva per Notizie.com: “Il Tpan dovrebbe essere parte del piano per risolvere il conflitto”

Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è un piano pragmatico e pratico. – ha spiegato Susi SnyderImporrebbe a Israele di smantellare il suo arsenale nucleare e all’Iran di mantenere le salvaguardie nucleari previste dal Trattato di non proliferazione nucleare. Impedendo che i materiali nucleari vengano dirottati verso programmi militari. Il Tpan dovrebbe essere parte del piano per risolvere il conflitto. Altri nella regione dovrebbero aderirvi contemporaneamente per stabilire fiducia e sicurezza a lungo termine”.

Israele è attualmente l’unico stato dotato di armi nucleari in Medio Oriente, ma non ha mai formalmente confermato l’ampiezza del suo arsenale. Si stima che Tel Aviv, che nel 2024 ha speso un miliardo di dollari per manutenere ed ampliare il proprio arsenale, abbia a disposizione novanta testate che sarebbero montate su missili balistici Jericho.

Esplosioni a Tel Aviv
Snyder (Ican) in esclusiva per Notizie.com: “Il Tpan dovrebbe essere parte del piano per risolvere il conflitto” (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’arsenale nucleare israeliano rende gli israeliani, così come tutti gli altri nella regione, meno sicuri. – ha continuato la coordinatrice del programma Ican – Finché Israele si rifiuta di riconoscere il proprio arsenale nucleare e di negoziare il disarmo, inciterà gli altri nella regione a sviluppare le proprie armi. La deterrenza nucleare non è una garanzia di pace. È una giustificazione per il possesso di armi che rappresentano una minaccia perpetua. La pratica della deterrenza nucleare incentiva anche la proliferazione. I Paesi che si sentono minacciati dagli stati dotati di armi nucleari ritengono vantaggioso acquisire le proprie armi nucleari”.

Il primo attacco israeliano ha portato all’uccisione di figure chiave coinvolte nella diplomazia nucleare, come Ali Shamkhani. Ma per l’Ican “esiste l’obbligo di proteggere i non combattenti, a cui tutti gli Stati sono tenuti in base ai principi del diritto internazionale umanitario. Non dovremmo aver paura di chiamare queste esecuzioni extragiudiziali con il loro vero nome: assassinii, e i responsabili dovrebbero essere processati”.

“Chi è impegnato in missioni diplomatiche deve godere di protezione ai sensi della legge”

Chi è impegnato in missioni diplomatiche, – ha ricordato Snyder – come chi è impegnato in operazioni di soccorso umanitario, deve godere di protezione ai sensi della legge. È fondamentale che la sicurezza degli ispettori internazionali sia tutelata, altrimenti si potrebbero verificare conseguenze potenzialmente gravi per tutti”.

Sarebbe quindi necessaria una corsa al disarmo. “Sono necessari sforzi diplomatici, il che significa unire gli Stati, compresi quelli coinvolti nel conflitto e i loro vicini. – ha concluso la rappresentante Ican – Rispolverare l’accordo sul nucleare iraniano del 2015 o negoziare un nuovo accordo per ridurre il rischio che l’Iran sviluppi armi nucleari sarebbe un passo positivo”.

Ma tutti i Paesi devono riconoscere che qualsiasi Paese che faccia affidamento su armi che potrebbero porre fine alla vita dell’umanità nelle proprie dottrine di sicurezza non fa che rendere il mondo meno sicuro, e adottare misure per liberarsene. Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari del 2017 offre una via da seguire per rigettare queste armi una volta per tutte, a livello multilaterale e in modo verificato”.

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