Delitto di Garlasco, è il giorno della super perizia: a Milano l’incidente probatorio che potrebbe scrivere una storia diversa sull’omicidio di Chiara Poggi.
Dopo settimane in cui sono spuntati nuovi presunti testimoni, piste alternative, deduzioni più o meno motivate e qualche volta poco rispettose per la vittima, è il momento del silenzio. Il giorno martedì 17 giugno è finalmente alle porte e da oggi in avanti a parlare sarà la scienza.
L’incidente probatorio nell’ambito della nuova indagine sul delitto di Garlasco, che vede come unico indagato Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, è atteso alle 10.30 di martedì 17 giugno. Nella stessa stanza del laboratorio di Milano della Polizia scientifica, si incontreranno i periti nominati dalla giudice di Pavia Daniela Garlaschelli (Denise Albani e Domenico Marchigiani), i consulenti dei pubblici ministeri (Carlo Previderè e Pierangela Grignani), della difesa (Luciano Garofano), dei familiari di Chiara Poggi (Marzio Capra, Dario Radaelli e Calogero Biondi) e di Alberto Stasi (Ugo Ricci e Oscar Ghizzoni)
Gli esperti avranno 90 giorni di tempo, salvo proroghe, per rispondere ai quesiti della Procura di Pavia. Dopodiché, il prossimo appuntamento è quello in Aula atteso per il 24 ottobre. Ma a quali domande dovranno rispondere la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani?
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Tutti i quesiti che la Procura ha posto ai tecnici
- Per prima cosa, dovranno analizzare i profili genetici trovati sulle unghie di Chiara Poggi, prelevati dal genetista Francesco De Stefano nel processo di Appello bis, ma ritenuti inutilizzabili. Secondo il consulente dell’accusa Carlo Previderè quel materiale è invece “sovrapponibile con quello di Sempio”.
- Estrarre il dna dai para – adesivi “delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati” dal Ris di Parma. Tra esse non ci sarà però l’impronta 33, che nelle nuove indagini viene attribuita a Sempio e che ad oggi per gli inquirenti è il principale indizio a suo carico. Sarà invece analizzata la numero 10, mai attribuita in precedenza e che per gli inquirenti potrebbe appartenere a un eventuale complice.

- Estrarre il dna dai “campioni biologici e reperti” che nel 2007 non sono mai stati “sottoposti ad analisi”. O che abbiano restituito “esito dubbio o inconclusivo“. Questi campioni e reperti sono stati conservati all’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia. Si tratta del frammento del tappetino da bagno, delle confezioni da tè, del vasetto di yogurt, pacchi di biscotti e cereali e altri.
- Comparare tutti i profili genetici estrapolati per “accertarne l’eventuale corrispondenza o compatibilità” con Andrea Sempio, Alberto Stasi, i familiari di Chiara Poggi e di chi frequentava la casa. Cioè Mattia Capra, Roberto Freddi, Alessandro Biasibetti. E per quanto riguarda altri reperti, con le gemelle Stefania e Paola Cappa, Marco Panzarasa. E anche i carabinieri Gennaro Cassese, Marco Pizzamiglio, Marco Ballardini e Giancarlo Sangiuliano. A parte Sempio, nessuna di queste persone citate è indagato nell’inchiesta.
Si prospetta un duro scontro tra i legali, che potrebbe anche durare mesi. E che sarà determinante per stabilire l’esito delle nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi, riaperte 18 anni dopo da quel 13 agosto.