Dall’inizio del 2024, sono stati segnalati all’Oms oltre 37mila casi confermati di vaiolo delle scimmie (mpox o monkeypox) da 25 Paesi, inclusi 125 decessi.
Sette Paesi hanno segnalato focolai per la prima volta: Albania, Etiopia, Malawi, Macedonia del Nord, Sudan del Sud, Repubblica Unita di Tanzania e Togo. Il vaiolo resta quindi un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (Pheic).
La conferma è giunta direttamente dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale alla sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus. Quest’ultimo nelle scorse ore ha parlato di una nuova impennata di casi di mpox. L’annuncio è avvenuto nel corso di una riunione del Comitato di emergenza. La questione ruota attorno ad recente aumento nell’Africa occidentale, e alla probabile trasmissione non rilevata in corso in alcuni Paesi al di fuori del continente africano.
Le continue difficoltà operative nella risposta all’evento, anche in termini di sorveglianza e diagnosi, nonché la mancanza di finanziamenti, renderebbero difficile stabilire le priorità degli interventi. La recrudescenza del virus mpox nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e la sua diffusione nei Paesi limitrofi sono state dichiarate per la prima volta un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale il 14 agosto 2024.
Il direttore dell’Oms: “I tagli ai finanziamenti ostacolano la risposta”
“Ci sono stati dei progressi, – ha detto Ghebreyesus – ma dobbiamo anche affrontare sfide significative. Le limitazioni delle risorse stanno influenzando la nostra capacità collettiva di mantenere efficacemente le attività di sorveglianza e di risposta. I tagli ai finanziamenti per i programmi contro l’Hiv ostacolano l’individuazione e il controllo nei principali gruppi vulnerabili”.
La Repubblica Democratica del Congo rappresenta il 60% dei casi confermati e il 40% dei decessi. Seguita da Uganda, Burundi e Sierra Leone, che ha registrato un aumento dei casi dall’inizio di quest’anno. Oltre ai casi confermati, la Rdc continua a segnalare tra 2mila e 3mila casi sospetti ogni settimana. Qui oltre 500 operatori sanitari comunitari sono stati formati per supportare l’individuazione dei casi, il loro invio, la comunicazione del rischio e il coinvolgimento della comunità.
Scoperto in Danimarca nel 1958 in scimmie tenute per la ricerca, l’mpox può trasmettersi da persona a persona e occasionalmente da animali a persone. I sintomi più comuni comprendono eruzione cutanea e lesioni delle mucose, febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, scarsa energia e linfonodi ingrossati. Il virus può essere trasmesso agli esseri umani attraverso il contatto fisico con soggetti infetti, con materiali contaminati o con animali infetti.
I primi casi riguardanti la nuova ondata emergenziale in Italia, in coincidenza con il focolaio globale, sono stati registrati nel maggio del 2022, confermati dall’Istituto Spallanzani di Roma. Da allora sono stati rilevati altri episodi nel Lazio, in Lombardia e in Emilia Romagna.