L’amministrazione Trump avrebbe manifestato l’intenzione di trasferire a Guantanamo i migranti irregolari. La storia della base militare nella quale è stata violata la Convenzione di Ginevra.
Nessun italiano finirà a Guantanamo. Ci ha pensato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a porre fine al tam tam che dai media Usa si è diffuso in tutto il mondo, secondo il quale anche i migranti irregolari dei Paesi alleati, Italia inclusa, sarebbero finiti nella struttura detentiva di massima sicurezza.
“Noi abbiamo detto fin dai mesi scorsi, quando erano stati fatti dei questionari a diversi Paesi, che in caso di arresto di immigrati irregolari, eravamo pronti a riprendere in Italia coloro che non erano regolari”. Parole queste, di Tajani, che lasciano intendere che dietro il piano del presidente Usa Donald Trump contro l’immigrazione illegale ci sia stata una fase preparatoria e che il Dipartimento della sicurezza americano abbia chiesto agli Stati interessati quale fosse la loro posizione sui connazionali.
A Guantanamo dovrebbero essere trasferiti soltanto i migranti che, secondo l’ICE non hanno diritto a stare negli Usa e per i quali i Paesi d’origine non si sono espressi a favore dei rimpatri. L’Italia si è detta pronta ad accogliere i connazionali, dunque i due italiani irregolari sono seguiti dalla Farnesina. Uno di loro è già stato rimpatriato nei giorni scorsi, l’altro invece dovrebbe tornare in Italia a breve.
La situazione ha comunque preoccupato la politica e Pd, M5S e Avs hanno chiesto di sentire in Aula il ministro Tajani. Intanto, a sentire di nuovo questo nome, Guantanamo, sono tornati alla mente ricordi non esattamente limpidi che riguardano la democrazia americana.
Quando e perché è nato il carcere di Guantanamo
L’istituto situato sull’isola di Cuba è noto al mondo intero per le sistematiche violazioni delle convenzioni di Ginevra perpetrate nei confronti dei prigionieri di guerra. Stiamo parlando di detenzioni a tempo indefinito, senza un processo e torture nei confronti di presunti terroristi islamici.
Uno di questi casi è ancora in Tribunale e riguarda il detenuto Mustafa al-Hawsani, catturato in Pakistan nel 2003 e ritenuto uno dei finanziatori degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Nei documenti interni, la Cia stessa aveva espresso perplessità sul suo presunto ruolo.
Sul caso indaga l’Investigatory Powers Tribunal, un tribunale speciale britannico, per una presunta complicità tra gli 007 inglesi e la Cia. Il sospetto è che i servizi segreti del Regno Unito siano coinvolti in qualità di informatori degli Usa e che abbiano avuto un ruolo in merito alle torture di Mustafa al-Hawsani. Prima di finire a Guantanamo, il detenuto fu recluso in altri centri Usa tra Afghanistan e Lituania.
Proprio in questi giorni il Regno Unito tenta di far luce sui dettagli del coinvolgimento della sua intelligence nel programma della Cia dopo l’11 settembre.
Il carcere di Guantanamo è nato agli inizi del Novecento con l’Emendamento Platt. Erano i tempi della fine della guerra ispano-americana, che sancì l‘indipendenza di Cuba dalla Spagna. Agli Usa fu concessa la possibilità di creare quattro basi navali sull’isola, tra queste quella di Guantanamo.
Il carcere era formato da tre campi: il Delta, Iguana e X-Ray (che fu chiuso). L’11 gennaio del 2002, un anno dopo gli attentati dell’11 settembre, l’allora presidente George W. Bush decise di aprire un nuovo campo, all’interno del quale incarcerare persone ritenute collegate al terrorismo, che venivano catturate in Afghanistan e in Pakistan.
Perché Guantanamo non è mai stato chiuso
Tra il 2002 e il 2003 il numero dei detenuti a Guantanamo è aumentato vertiginosamente, da 158 a 650. Moltissime, negli anni, sono state le polemiche sui trattamenti in carcere. Nel 2006 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che in questa struttura sono stati violati sia la Convenzione di Ginevra sia il Codice di Giustizia Militare Usa.
Nel 2009 il presidente Barack Obama firmò l’ordine di chiusura di Guantanamo, ma dopo il voto contrario del Senato, la prigione è ancora aperta. E ora, stando ai media internazionali, Donald Trump avrebbe intenzione di deportare lì i migranti irregolari sul territorio Usa.