Greta Thunberg “ha problemi di gestione della rabbia, dovrebbe frequentare un corso”: le parole di Donald Trump nei confronti dell’attivista.
Da un lato c’è la versione di Greta Thunberg e degli altri attivisti, dall’altro quella di Israele. E adesso ci sono anche le parole di Donald Trump. Secondo il presidente Usa, l’attivista che ha tentato insieme ad altre undici persone di recarsi sulla Striscia di Gaza, ha problemi di gestione della rabbia ed è una “persona strana”.
Per il capo della Casa Bianca l’attivista, fondatrice del movimento Fridays For Future, “dovrebbe frequentare un corso di gestione della rabbia, è il mio consiglio principale per lei”.
Thunberg ha lasciato l’aeroporto di Tel Aviv in Israele su un’aereo diretto in Svezia, via Francia, dopo aver accettato di essere espulsa insieme con altri tre attivisti che erano a bordo della nave Madleen della Freedom Flotilla Coalition. Altri otto, tra cui l’europarlamentare e avvocata Rima Hassan, non hanno voluto firmare i documenti per l’espulsione volontaria. Dunque si trovano in un centro di detenzione in attesa che il Tribunale si esprima.
Finisce così la missione di Greta Thunberg e degli altri undici attivisti, che nei giorni scorsi hanno tentato di forzare il blocco navale israeliano davanti a Gaza per portare aiuti umanitari sulla Striscia. Ma il veliero sul quale erano a bordo, che Israele ha definito lo “yacht dei selfie”, è stato dirottato verso il porto di Ashdod. Atterrata a Parigi, la giovane ha ribadito: “Hanno commesso un atto illegale rapendoci in acque internazionali e portandoci, contro la nostra volontà, in Israele, tenendoci sul fondo della barca e impedendoci di uscire”.
Il racconto di Greta a Parigi e la versione di Israele
La sua versione dei fatti contrasta però con quella di Tel Aviv, che come prova che non ci sia stato alcun rapimento ha diffuso la foto – diventata virale – che ritraeva Greta Thunberg mentre una soldatessa israeliana le offriva un panino. “Lo yacht dei selfie sta navigando sano e salvo verso le coste di Israele. I passeggeri sono al sicuro, hanno ricevuto panini e acqua e dovrebbero tornare nei loro Paesi d’origine”.
Parole queste, che si leggono sui social ufficiali di Israele, che ha aggiunto: “La piccola quantità di aiuti non consumata dalle “celebrità” verrà trasferita a Gaza attraverso canali umanitari reali”. Questo perché, “esistono modi per consegnare aiuti sulla Striscia di Gaza, ma non prevedono provocazioni e selfie”.
Greta Thunberg just departed Israel on a flight to Sweden (via France). pic.twitter.com/kWrI9KVoqX
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) June 10, 2025
A Parigi Greta Thunberg ha dichiarato di essere preoccupata per gli altri attivisti che sono rimasti in Israele. “Abbiamo ricevuto diversi messaggi che le autorità non stanno rendendo le cose facili”, perché stando a questa versione, vorrebbero fargli ammettere di essere entrati illegalmente nello Stato ebraico. Alcuni di loro “hanno problemi a vedere i loro avvocati”.
Cosa ha chiesto Israele agli attivisti
La Freedom Flotilla Coalition ha spiegato che Israele ha gestito la custodia degli attivisti come se fossero entrati illegalmente. Ma dal canto loro, i dodici ritengono di essere stati rapiti in acque internazionali e portati nello Stato ebraico contro la loro volontà.
Tutti i volontari hanno avuto due opzioni: firmare il consenso all’espulsione o rimanere in carcere in attesa di comparire in Tribunale. A prescindere dalla decisione presa, tutti hanno contestato per iscritto l’accusa di essere entrati illegalmente e che nel loro caso non può essere applicata la legge iraniana, perché la natura della loro missione era umanitaria.