Sono ancora in fase di accertamento le cause che hanno portato al terribile incendio che ha interessato ieri la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo.
Gli studenti sono stati evacuati, l’area è stata interdetta dalla polizia e sono intervenuti vigili del fuoco ed Esercito. Una persona risulterebbe dispersa. Ore di apprensione per l’intera popolazione. Le autorità hanno raccomandato di tenere chiuse le finestre delle abitazioni.
Il tremendo rogo è scoppiato poco dopo le ore 10. Non appena è scattato l’allarme studenti, docenti e personale sono stati evacuati da uffici e aule del polo di Riello. Una densa nube di fumo nero è rimasta visibile da molte zone della città. Le fiamme si sarebbero propagate dal tetto dove erano in corso dei lavori. Il fuoco è arrivato anche ai laboratori sottostanti di chimica e genetica.
Le lingue di fuoco sarebbero partite da alcuni rotoli di guaina catramata che erano sul tetto della palazzina C, dove erano in corso dei lavori di ristrutturazione. È proprio uno degli operai che stavano lavorando sul tetto, che mancherebbe all’appello. Le autorità lo stanno cercando, ma finora dell’uomo non ci sarebbe traccia. I vigili del fuoco e gli specialisti dell’Esercito sono al lavoro per contenere le fiamme ed impedire che si propaghino alle strutture adiacenti.
Rogo all’Università della Tuscia, nei laboratori sostanze altamente infiammabili
“Le immagini del vasto incendio che ha colpito l’università agraria di Viterbo ci lasciano sgomenti. – ha commentato l’assessore al Bilancio, all’Agricoltura e alla Sovranità alimentare della Regione Lazio Giancarlo Righini – In attesa di conoscerne le cause, desidero esprimere la vicinanza di tutta l’amministrazione regionale al Rettore dell’Ateneo, garantendogli fin da ora la nostra collaborazione e il nostro supporto per restituire quanto prima la struttura agli studenti”.
Una delle principali ipotesi è che le fiamme, partite dal tetto, siano poi state alimentate dal materiale conservato nei laboratori. Qui si trovavano sostanze altamente infiammabili, tra cui cinquecento litri di etanolo e bombole di protossito di azoto. Da qui la necessita di creare un cordone di evacuazione con un raggio di cinquecento metri dalla palazzina in fiamme. L’Incendio si è propagato anche in un’altra palazzina del blocco C del polo del Riello.
“Stiamo seguendo con apprensione l’evolversi del grande incendio che sta interessando la facoltà di agraria dell’università della Tuscia a Viterbo. Ho sentito telefonicamente il magnifico rettore Stefano Ubertini. – ha spiegato l’assessore all’Università della Regione Lazio Luisa Regimenti – Al Rettore e a tutta la comunità accademica ho assicurato il pieno sostegno della Regione Lazio in questo momento difficile. L’Università della Tuscia è un fiore all’occhiello del sistema universitario del Lazio”.
Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco impegnati con quattro squadre e sono arrivati rinforzi da Roma e Terni. Le operazioni di spegnimento sono ancora in corso. Il Comune di Viterbo ha invitato la popolazione a non avvicinarsi al luogo delle operazioni. Sul posto la polizia locale per bloccare le strade di accesso. Il Comune ha fatto sapere che si raccomanda alla popolazione di tenere chiuse tutte le finestre delle abitazioni nel raggio di un chilometro.
Incendio di Viterbo, la Procura apre un fascicolo
La Procura di Viterbo attende l’informativa congiunta trasmessa da polizia, carabinieri e vigili del fuoco per aprire il fascicolo in seguito all’incendio. Sul posto è giunto anche un pubblico ministero per il sopralluogo. La Procura della Repubblica sta valutando eventuali ipotesi di reato. L’area è stata messa in sicurezza.
“Proteggere i mangimi da esposizione diretta all’aria esterna (copertura e stoccaggio in luoghi chiusi). Evitare l’uso di foraggi o alimenti contaminati da fumo o particolato. – ha chiarito la sindaca di Viterbo Chiara Frontini – Garantire l’utilizzo di acqua non contaminata per l’abbeveraggio degli animali da allevamento e domestici, evitando fonti esposte. Limitare l’esposizione degli animali all’aperto, soprattutto nelle aree prossime al luogo dell’incendio“.