Cosa può accadere nell’economia mondiale dopo lo stop ai dazi di Donald Trump: gli scenari possibili

La Court of International Trade ha bloccato i dazi, ma Donald Trump presenta un ricorso: cosa può succedere adesso all’economia mondiale? Tutti gli scenari.

Il primo e ufficiale stop ai dazi americani imposti ai partner commerciali è arrivato dalla Court of International Trade. Tre giudici, uno nominato da Barack Obama, un altro da Ronald Reagan e un altro dallo stesso presidente Usa Donald Trump, hanno stabilito che la Casa Bianca ha abusato dei suoi poteri per infliggere le tariffe ai Paesi. Causando, tra l’altro, danni alle imprese.

Donald Trump parla in pubblico
Cosa può accadere nell’economia mondiale dopo lo stop ai dazi di Donald Trump: gli scenari possibili (Ansa Foto) – notizie.com

La sentenza ha ovviamente scatenato l’ira dell’amministrazione, che ha annunciato un ricorso ed è pronta ad arrivare fino alla Corte Suprema, convinta di aver fatto il bene dell’America nel nome del motto “America first”. Per imporre i dazi, Donald Trump si è appellato all’Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977 che prevede che la presidenza possa agire in emergenza in determinate circostanze.

Ma secondo i tre giudici di questa corte di cui non si sente parlare spesso, quella attualmente attraversata dagli Stati Uniti d’America non rappresenta una delle circostanze previste da questo provvedimento. Mai prima di Donald Trump, un presidente si era appellato ad essa per imporre i dazi.

I giudici: “Dazi illegali, Trump ha abusato dei suoi poteri”

Per la Court International Trade, le tariffe imposte dall’attuale amministrazione sono illegali perché la Casa Bianca ha abusato dei poteri presidenziali in materia commerciale. I vari rappresentanti del governo americano hanno parlato di “golpe da parte dei giudici”, asserendo che non essendo stati eletti, non possono intervenire su decisioni di politica economica.

La sentenza impone uno stop a due gruppi di dazi ed arriva dopo il ricorso presentato da dodici Stati democratici e cinque società che si sono dichiarate danneggiate dalle decisioni di Donald Trump in politica economia.

Quali sono i dazi nel mirino dei giudici

Il primo gruppo di dazi finiti nel mirino della magistratura sono quelli annunciati il 2 aprile in occasione del cosiddetto Liberation Day, che impongono un’aliquota del 10% sulle importazioni da quasi tutto il mondo. Questi ultimi sono stati rinviati per oltre 75 Paesi al mese di luglio, con l’obiettivo di negoziare. Trump era arrivato a imporre tariffe del 145% alla Cina, che poi sono scese nel corso dei colloqui di maggio.

I giudici hanno imposto uno stop anche ai dazi separati del 25% nei confronti del Canada e del Messico, con i quali Donald Trump aveva voluto punire i due Paesi per l’immigrazione illegale e il traffico di droga. E a quelli del 20% verso la Cina, anche questi con l’obiettivo di punire il Dragone per la produzione di fentanyl.

Donald Trump
Quali sono i dazi nel mirino dei giudici (Ansa Foto) – notizie.com

Secondo la Court of International Trade, la legge del 1977, più nota come Ieepa, non conferisce “un’autorità incontrollata” e non consente al presidente di imporre “dazi illimitati su beni provenienti da quasi tutto il mondo”. 

Le uniche tariffe che non sono state bloccate sono quelle sull’acciaio, l’alluminio e le automobili, perché essi non sono stati autorizzati con i poteri di emergenza, appellandosi alla Ieepa, ma sulla base di una legge commerciale del 1962.

Cosa accade adesso? Gli scenari possibili

Ma cosa può accadere adesso? Fino a una sentenza definitiva, i negoziati tra Usa e gli altri Paesi potrebbero andare avanti. Sul resto, gli esperti mondiali si dividono. Che chi, come Joseph Steinberg, economista dell’Università di Toronto, sul Washington Post afferma che non si può parlare di “vittoria”, soprattutto in vista del ricorso presentato dal Dipartimento di Giustizia della Casa Bianca alla Corte d’Appello del distretto federale.

Altri sostengono che Donald Trump troverà comunque il modo di imporre questi dazi a prescindere dall’iter della legge. Infine c’è chi è convinto che la Corte di Appello confermerà la decisione dei colleghi dell’International Trade. “Credo che rimarrà e penso che l’amministrazione lo sappia”, ha detto Michael Lowell, avvocato specializzato in questioni commerciali.

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