Garlasco, perché quello di Andrea Sempio è un caso limite. L’esperto: “Il sistema torna sui propri passi. Va compresa la valenza delle nuove prove”

“Il caso di Andrea Sempio però è un caso limite. E denota un evidente deficit del sistema giudiziario che ritorna sui propri passi per la terza volta ed a distanza di diciotto anni”.

A parlare è Roberto Colasanti, criminologo clinico e investigativo, colonnello dei carabinieri in congedo, rappresentante dell’associazione Pro Territorio e Cittadini odv. Con Colasanti abbiamo provato a fare il punto sulla nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.

Andrea Sempio indagato Garlasco
Garlasco, perché quello di Andrea Sempio è un caso limite. L’esperto: “Il sistema torna sui propri passi. Va compresa la valenza delle nuove prove” (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’attribuzione dell’impronta 33 ad Andrea Sempio, rinvenuta nel 2007 vicino al corpo di Chiara Poggi, rappresenterebbe per la Procura di Pavia un elemento significativo nella riapertura del caso. Ma considerando che questa impronta era già nota all’epoca ma non identificata, quali sono le implicazioni legali e investigative di questa nuova attribuzione?

L’impronta palmare identificata con il numero 33 – ha spiegato Colasanti – è stata attribuita a Sempio in ragione di 15 punti in comune. Ciò sulla base di nuove tecniche di lettura di cui occorrerà comprendere la piena valenza in ambito scientifico e giudiziario. Va considerato peraltro che in giuriprudenza un giudizio di certa identicazione dovrebbe riferirsi ad almeno 16 punti in comune”.

Colasanti in esclusiva per Notizie.com: “Quando il materiale repertato non è idoneo”

Secondo il criminologo qualora si arrivasse a validare il risultato rimarrebbe da capire quando fu lasciata sulla parte iniziale della parete delle scale che portano nel seminterrato. Qui sono state rilevate impronte di altri soggetti a cominciare da Marco Poggi, fratello della vittima. Gli accertamenti sull’impronta hanno escluso la presenza di sostanza ematica. L’impronta in questione può al momento solo confermare che Sempio frequentasse l’abitazione, cosa già nota.

Ma oltre all’impronta di Sempio, sono state individuate sei tracce non identificate vicino alla scena del crimine. Quali metodologie investigative possono essere adottate per identificare i proprietari di queste impronte dopo così tanto tempo? “In sede di sopralluogo – ha continuato l’esperto – il personale della polizia scientifica cerca di individuare le impronte digitali, le tracce biologiche ed ogni possibile oggetto o elemento che possa restituire informazioni utili alla ricostruzione del fatto”.

Alberto Stasi dopo la condanna
Colasanti in esclusiva per Notizie.com: “Quando il materiale repertato non è idoneo” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Spesso però parte del materiale repertato non risulta idoneo per comparazioni. Quando invece le impronte rilevate sono utili occorre compararle con sospettati noti, con le impronte presenti in banca dati e con quanti abbiano avuto accesso ai luoghi. Il mancato riscontro dell’identità di alcune impronte deve essere valutato nel quadro investigativo complessivo.

Le nuove analisi del dna, effettuate su reperti risalenti al 2007, sono al centro dell’attuale inchiesta. I campioni biologici sono però sottoposti ad un degrado quantomeno potenziale, quanto possono essere affidabili questi risultati? “La conservazione dei reperti contenenti le tracce biologiche per la ricerca del dna – ha affermato Roberto Colasanti – deve rispettare dei rigidi protocolli per evitare la degradazione e la contaminazione dello stesso. Nel caso in cui tali protocolli non fossero stati osservati la valenza dei risultati potrebbe essere inficiata”.

Pochi giorni fa alcune dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno riacceso il dibattito sul sistema giudiziario. “L’archiviazione di un procedimento a carico di un indagato – ha concluso il criminologonon preclude la possibilità di riaprire un nuovo procedimento a carico della medesima persona”.

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