Oggi domenica 25 maggio è la Giornata mondiale della tiroide, che dà inizio alla settimana (25-31 maggio) dedicata proprio a questo tema.
Il tema scelto per quest’anno è Tiroide e Intelligenza artificiale. Si tratta di un argomento di grande interesse sia per i pazienti sia per clinici e ricercatori. I primi infatti sempre più spesso ricorrono a questo mezzo per avere informazioni e chiarimenti sulle proprie patologie.
L’Ia, infatti, è capace di analizzare una grande mole di dati. Quindi può supportare il processo di elaborazione della diagnosi e l’individuazione di nuovi biomarcatori. L’obiettivo è avere una individuazione e una predizione più accurata e più precoce possibile della malattia.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha reso noto che i programmi di prevenzione delle patologie tiroidee hanno contribuito in maniera importante alla riduzione della frequenza di alcune patologie (iodoprofilassi) e alla riduzione delle conseguenze gravi di altre (screening neonatale). Programmi come la iodoprofilassi con l’utilizzo di sale iodato o lo screening neonatale dell’ipotiroidismo congenito.
Olivieri (Iss): “Ecco quanti casi ci sono in Europa”
“Le patologie tiroidee – ha spiegato Antonella Olivieri, responsabile scientifico del Registro nazionale degli ipotiroidei congeniti e dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della Iodoprofilassi (Osnami) – sono frequenti nella popolazione (in Europa 260 nuovi casi per 100mila per anno) soprattutto nel genere femminile. E sono prevalentemente multifattoriali. Per cui fattori genetici e ambientali concorrono alla loro insorgenza. Per la maggior parte si tratta di malattie croniche”.
Un esempio di patologia tiroidea che riflette questi tre aspetti è l’ipotiroidismo congenito. Quest’ultimo rappresenta la più frequente endocrinopatia dell’infanzia. Nella maggior parte dei casi, necessita della terapia per tutta la vita. Si tratta di una patologia grave che, se non riconosciuta e trattata nelle prime settimane di vita, causa deficit dell’accrescimento. E danni permanenti allo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Fortunatamente in Italia, grazie alla Legge n. 104/1992 è attivo un programma nazionale di screening neonatale per l’ipotiroidismo congenito che consente l’individuazione precoce dei bambini affetti che, pertanto, possono ricevere la terapia di cui hanno bisogno entro le prime settimane di vita. In Italia è attivo anche un programma nazionale di sorveglianza della patologia realizzato dal Registro nazionale che valuta l’efficienza e l’efficacia di questo importante programma di prevenzione.
Dai dati del Registro emerge che l’incidenza della patologia nel nostro Paese attualmente si aggira intorno ad 1 caso ogni 1100 nati vivi. Si tratta di un’incidenza che negli ultimi decenni ha subito un notevole incremento soprattutto per il miglioramento delle capacità diagnostiche e per l’aumentata sopravvivenza dei neonati prematuri che hanno un più alto rischio, rispetto ai neonati a termine, di sviluppare la malattia.