Cosa è successo a margine del vertice dei volenterosi: l’assenza dell’Italia e lo scontro a distanza tra Macron e Meloni.
Giorgia Meloni ha dovuto vedersela prima con le opposizioni e poi con Emmanuel Macron per l’assenza dell’Italia al vertice dei volenterosi che si è tenuto a Tirana, dopo la sessione plenaria del summit della Comunità Politica Europea.
I partiti di minoranza non hanno perso tempo ad attaccare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando di “umiliazione” per l’Italia che di fatto sarebbe stata messa in “panchina” e accusando l’Italia di essere “un fantasma” in occasione dei vertici. Parole queste di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle.
E non meno pesanti sono state quelle di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che ha definito la premier italiana “influencer ininfluente”. Ci è andato pesante anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra, sostenendo che Giorgia Meloni “è ancora fuori dai tavoli che contano”.
Meloni: “Inutile partecipare al vertice, l’Italia non invierà le truppe”
Questi attacchi hanno reso necessario l’intervento delle premier per fare chiarezza sulla mancata partecipazione dell’Italia al vertice dei volenterosi: “L’Italia non è disponibile ad inviare truppe in Ucraina e non avrebbe senso partecipare ai formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità”.
Ai microfoni dei media, Meloni ha poi chiesto “coerenza all’opposizione, io sono una persona seria”. Il punto di vista del governo è “insistere con determinazione per un cessate il fuoco incondizionato e una pace. La guerra deve finire”.
La premier ha messo a tacere le opposizioni spiegando di non essere stata tagliata fuori dal vertice dei volenterosi. E lasciando intendere di essere stata proprio lei a non voler partecipare perché non avrebbe avuto senso. L’Italia non ha intenzione di inviare le truppe al confine ucraino.
E proprio queste ultime parole hanno fatto balzare dalla sedia il presidente francese Emmanuel Macron, che ha sottolineato l’importanza di dire le cose come stanno esattamente, per evitare di diffondere informazioni false, ma anche compromettere ulteriormente i rapporti internazionali.
Macron risponde: “Evitiamo di diffondere fake news, già ci pensa la Russia”
“C’è stato un errore di interpretazione” da parte di Giorgia Meloni, secondo Macron. Al vertice dei volenterosi “non abbiamo parlato di inviare truppe, la discussione era per un cessate il fuoco in Ucraina, domenica a Kiev sia oggi a Tirana”. Dopo il chiarimento poi, il monito all’indirizzo della premier: “Evitiamo di diffondere false informazioni: ce ne sono già abbastanza da parte russa”.
Polemica chiusa? Per ora, sì, almeno pare fino a questo momento. Il vertice dei volenterosi si è tenuto a margine del tavolo dei negoziati aperto a Istanbul dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che è tornato a proporsi come mediatore come già aveva fatto all’inizio della guerra in Ucraina.
Le delegazioni ucraina e russa però, non hanno raggiunto alcun accordo sul cessate il fuoco, come avrebbe voluto Kiev. Hanno invece stabilito uno scambio di prigionieri. Alcuni incaricati di Volodymyr Zelensky hanno definito le richieste di Mosca ancora una volta inaccettabili, perché Kiev non ha intenzione di cedere a Putin i territori che richiede.
Il presidente ucraino sui social è tornato a chiedere sanzioni alla Russia, accusando il Cremlino di non voler arrivare davvero alla pace. Intanto si attende un nuovo tavolo negoziale, e il tanto atteso faccia a faccia tra Zelensky e Putin, di cui si era vociferato nei giorni scorsi ma che non è arrivato in questa prima occasione di incontro.
Il presidente Usa Donald Trump continua a pressare Mosca per il cessate il fuoco e per un incontro ed è intervenuto anche al vertice dei volenterosi via telefono. A spiegare il contenuto della chiamata, ci ha pensato il presidente polacco Donald Tusk, dicendo che è stata un’occasione per “riassumere gli sforzi per negoziare con i russi. La parte russa non ha dimostrato buona volontà e ha posto condizioni inaccettabili. Continueremo a lavorare insieme. Il compito principale è mantenere l’unità dei partner europei e americani intorno alla questione ucraina”.